NoiPa cedolino: aumento e arretrati a breve, esclusi gli over 35
NoiPa cedolino: aumento e arretrati a breve, esclusi gli over 35.
Quali sono le novità sugli aumenti stipendio e gli arretrati per il personale della scuola? NoiPa ha precisato sulla propria pagina Facebook che bisogna attendere la conclusione dell’iter normativo vigente. Intanto l’Anief ha posto l’attenzione su un altro aspetto importante del nuovo contratto; che prevedrebbe l’esclusione da un miglioramento contrattuale di tutti quei lavoratori del comparto Ricerca e Istruzione che hanno superato il trentacinquesimo anno di carriera. Ma procediamo con ordine e andiamo a vedere quali sono le ultime novità a riguardo.
NoiPa cedolino: aumento stipendio e arretrati a breve?
Per fine aprile si attende ancora un’emissione speciale per lo sblocco degli arretrati per il comparto scuola. Gli aumenti stipendio sarebbero invece attesi per maggio. Ma prima che le tempistiche diventino ufficiali, c’è da considerare che bisogna attendere la conclusione dell’iter normativo. Lo ha comunicato anche NoiPa in un post sulla propria pagina Facebook.
A seguito delle diverse richieste circa lo stato di avanzamento dei rinnovi contrattuali del Comparto Istruzione e Ricerca, riproponiamo l’ultimo aggiornamento pubblicato sul portale NoiPa. E condiviso su questa pagina. Il 9 febbraio 2018 è stata firmata l’ipotesi di accordo di C.C.N.L.. NoiPa potrà procedere all’applicazione delle nuove disposizioni contrattuali una volta terminato l’iter previsto dalla normativa vigente. Eventuali aggiornamenti saranno comunicati su questa pagina.
Prima di parlare date ufficiali, bisognerà quindi aspettare un comunicato ufficiale da parte di NoiPa. Che elaborerà i pagamenti solo una volta che la procedura amministrativa sarà conclusa.
Cedolino aprile: data accredito stipendio ed emissione speciale.
Da NoiPa ad Anief: over 35 (di carriera) penalizzati?
I tempi per lo sblocco degli arretrati e degli aumenti stipendio non sono ancora certi. C’è attesa di sapere se almeno gli arretrati vengano sbloccati con un’emissione speciale, come già avvenuto per il comparto statali. Tuttavia Anief ha già puntato l’attenzione su un aspetto controverso del nuovo contratto. E che riguarda i lavoratori che hanno superato il 35° anno di carriera. Questi ultimi saranno infatti penalizzati, perché si ritroveranno con lo stipendio praticamente fermo. E visti i criteri di pensionamento, tale platea rischia di crescere sempre di più.
Anief si focalizza su tale problema, per voce del suo presidente Marcello Pacifico. “Sono sei le fasce di anzianità previste dal nuovo accordo valido per il triennio 2016-2018. Tuttavia colpisce la mancata applicazione di una nuova finestra temporale, da 35 anni in poi di anzianità”. Un’accusa è rivolta anche ai sindacati firmatari. “Al tavolo di contrattazione non si sono posti nemmeno il problema, che invece esiste”. Il riferimento è anche al tema pensionistico. “Sappiamo bene che non c’è più la certezza di poter andare in pensione entro una data stabilita. Perché per accedere all’assegno con il canale dell’anzianità, comunque per il 2018 i contributi sfiorano i 43 anni”.
Per Pacifico così facndo si costringe “la stragrande maggioranza dei lavoratori ultra 60enni a percepire sempre lo stesso stipendio, fissato a quota 35, fino all’ultimo anno prima di andare in pensione”. Per il giovane sindacato, invece, “bisogna assolutamente ritornare a 61 anni e 35 anni di contributi con l’80% dell’ultima retribuzione”. Soprattutto pensando al fatto che quella educativa, rientra tra le professioni esposte a “condizioni stressogene”, come riportato anche da una recente indagine sul tema.