Consultazioni Governo 2018: diretta dal Quirinale, occhi puntati su M5S e Lega
Consultazioni Governo 2018: diretta dal Quirinale, M5S e Lega stasera.
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Nuovo giro di consultazioni per il Governo 2018 al Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha iniziato il secondo giro di incontri alle ore 10 di giovedì 12 aprile, cominciando dai gruppi meno rappresentativi, mentre il pomeriggio è la volta dei big, Lega e Movimento 5 Stelle; ovvero le principali forze politiche su cui sono accesi i riflettori dell’Italia (e dell’Europa) intera. Nella seconda giornata di venerdì 13 sono invece previstii colloqui con le cariche istituzionali. Termometro Politico segue per voi la diretta dal Quirinale, aggiornandovi sulle notizie più importanti in tempo reale.
Mattarella: pochi giorni e valuterò come uscire da stallo
“Dall’andamento delle Consultazioni di questi giorni emerge con evidenza che il confronto tra i partiti per dar vita in Parlamento a una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi“. Così Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, al termine del secondo giro di Consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo.
“Ho fatto presente alle varie forze politiche la necessità per il nostro Paese di avere un governo nella pienezza del sue funzioni“. “Le attese dei nostri concittadini – ha ricordato il Capo dello Stato – i contrasti nel commercio internazionale, le scadenze importanti e imminenti nell’Unione europea, l’acuirsi delle tensioni internazionali in aree non lontane dall’Italia, richiedono con urgenza che si sviluppi e si concluda positivamente un confronto tra i partiti, per raggiungere quell’obiettivo: quello di avere un governo nella pienezza delle sue funzioni“.
“Attenderò alcuni giorni – ha annunciato in conclusione Mattarella – trascorsi i quali valuterò in che modo procedere per uscire dallo stallo che si registra“.
Nessuna dichiarazione da presidenti Fico e Casellati
Con gli incontri con i presidenti della Camera, Roberto Fico, e del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, si è concluso il secondo ciclo di consultazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la formazione del nuovo governo.
Entrambe le cariche istituzionali hanno lasciato il Quirinale senza rilasciare dichiarazioni.
Di Maio, unica soluzione e’ passo di lato Berlusconi
E’ la delegazione del Movimento Cinque Stelle, guidata dal leader Luigi Di Maio insieme ai capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo, a chiudere il secondo giro di consultazioni al Colle.
“Non possiamo più perdere altro tempo: abbiamo proposto a due partiti la stesura di un contratto politico e avevo detto che avrei incontrato volentieri Martina e Salvini, ma abbiamo capito che i tempi non erano ancora maturi perché c’erano evoluzioni in corso in questi due partiti”, ha detto Luigi Di Maio, al termine del colloquio.
“Ho apprezzato l’apertura di notevoli esponenti del Partito democratico, che però è fermo su posizioni che non aiutano. Con la Lega invece – ha proseguito il leader dei pentastellati – c’è una sinergia istituzionale che ha permesso di rendere operativo il parlamento e su alcuni temi, ma prendiamo atto che Salvini anche oggi ci propone lo schema del centrodestra: è una posizione che io non comprendo”.
“O vogliono fare un governissimo o vogliono tornare alle elezioni, due soluzioni che noi non vogliamo. L’unica soluzione investe Silvio Berlusconi: dovrebbe fare un passo di lato e consentire la partenza di un governo del cambiamento“, ha concluso Di Maio.
Non prima di fare riferimento alla “battutaccia di Silvio Berlusconi contro di noi“, stigmatizzando le parole del leader di FI evidentemente rivolte ai grillini, nel fuori programma al termine del colloquio con la coalizione di cdx.
Salvini legge comunicato coalizione: centrodestra unito e pronto, M5s sia responsabile. Fuori programma Berlusconi
Come atteso, al colloquio al Quirinale con il capo dello Stato, la delegazione del centrodestra si è presentata unita, composta dai tre leader di FI, Lega e FdI: Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, insieme ai sei capigruppo di Camera e Senato.
“E’ necessario formare un governo che sulle cose concrete da fare, non certo sui veti, sui tatticismi, sull’arroganza dei singoli, possa trovare una maggioranza stabile tra forze politiche responsabili“. Lo ha affermato Matteo Salvini, leggendo la dichiarazione congiunta concordata dalla coalizione.
Prima di prendere la parola, Salvini è stato “introdotto” al podio dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Rivolgendosi al segretario della Lega come “nostro leader”, ha spiegato: “Sarà una lettura attenta alle singole parole, perché ne abbiamo discusso a lungo“.
“Il centrodestra – ha detto Salvini – è pronto a farsi carico di questa responsabilità unitariamente, con tutte le forze politiche della coalizione, per formare un governo di alto profilo e di lunga durata, credibile, guidato da una personalità indicata dalla Lega come forza politica più votata“. “Ci attendiamo – ha detto ancora Salvini proseguendo la lettura – che a partire dal M5S venga altrettanto senso di responsabilità nei confronti del Paese. Vogliamo arrivare a una soluzione positiva, senza ritardi e lentezze che gli italiani non possono più permettersi“. “Se prevalesse il gioco di tattiche vorrebbe dire che la richiesta di cambiamento venuta dal voto del 4 marzo sarebbe stata già disattesa”, ha concluso il leader del Carroccio.
Al termine della lettura del comunicato, Silvio Berlusconi, accompagnando verso l’uscita gli alleati Meloni e Salvini, prende a sorpresa la scena – fuori programma non concordato con la coalizione – e ai microfoni chiude il sipario rivolgendosi ai cronisti:”Sappiate distinguere chi e’ un democratico e chi non conosce neppure l’abc della democrazia“.
Martina: PD opposizione ma responsabile
“Continueremo il nostro lavoro, innanzitutto in Parlamento come stiamo facendo e continueremo a supportare l’azione del presidente della Repubblica con spirito di responsabilità. Noi ci stiamo a ragionare sulle priorità del Paese e continueremo da minoranza a farlo”. Sono queste le parole di Maurizio Martina, parlando al termine delle Consultazioni al Quirinal. Il colloquio fra la delegazione Dem, guidata dal segretario reggente, e composta dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio e dal presidente Matteo Orfini, ha aperto il secondo giro di Consultazioni del pomeriggio. L’incontro è durato meno di mezzora. Martina ha poi aggiunto, fra le altre cose, che sarebbe “inaccettabile il rinvio” per la formazione di un governo “per aspettare le regionali“.
Gruppi minori aprono giro consultazioni
La prima mattinata del secondo giro di Consultazioni si è conclusa con l’incontro al Quirinale fra il capo dello Stato Sergio Mattarella e le formazioni minori. Nell’ordine, sono arrivati il gruppo per le Autonomie e il gruppo Misto, nelle sue varie delegazioni dei partiti che lo compongono fra Camera e Senato. Tutti i rappresentanti sono arrivati a piedi al Colle, tranne Emma Bonino, Riccardo Nencini e Pietro Grasso.
Il leader di LeU, Pietro Grasso, al termine del colloquioh a dichiarato: “Riteniamo improrogabile un cambio di fase, un dialogo che esca dai tatticismi delle ultime settimane e espliciti, anche di fronte all’opinione pubblica, non solo l’elenco dei temi ma anche gli strumenti per affrontarli, in vista di ogni possibile intesa di governo“.
Per Emma Bonino (+Europa) “Chi ha avuto piu’ voti ha il diritto e la responsabilita’ di provare a costruire una maggioranza parlamentare di governo“e ha ribadito che sarà “all’opposizione di un eventuale governo Lega-M5s“.
“La legge elettorale prevedeva coalizioni per potersi candidare a governare il Paese. Una, quella di centrodestra, unita, ha la maggioranza relativa e, unita, partecipa al compito che ci ha affidato Mattarella nel trovare una maggioranza. Dividerla sarebbe un gravissimo errore con veti che non si spiegano da parte di un partito che non ha vinto le elezioni“. Queste le parole di Maurizio Lupi di Nci al termine delle Consultazioni.
Beatrice Lorenzin di Civica popolare ha confermato che la sua collocazione sara’ all’opposizione e ha fatto cenno alla preoccupazione per la situazione internazionale.
Consultazioni Governo 2018: il programma di giovedì 12 aprile
Il secondo giro di Consultazioni avrà la stessa durata del primo; ovvero durerà 48 ore. Si comincia dalla mattina di giovedì 12 aprile, con i gruppi di minore rappresentanza. Si è quindi iniziato con il gruppo di Liberi e Uguali (Camera); per poi proseguire con la rappresentanza delle Autonomie e del Gruppo Misto. Dopo la pausa del primo pomeriggio si riprende con la rappresentanza del PD, la coalizione di centrodestra e quindi il Movimento 5 Stelle.
Ecco il programma orario di consultazioni previsto per oggi pomeriggio.
- Ore 16.30: PD;
- 17.30: coalizione di Centrodestra;
- 18.30: Movimento 5 Stelle.
Da segnalare la riunione a Palazzo Grazioli fra i leader dei gruppi di centrodestra prima dell’incontro delle 17.30.
Consultazioni Governo 2018: le ultime indiscrezioni
Mattarella spera che questi giorni che sono seguiti alle prime consultazioni possano aver indotto riflessioni concrete e produttive nei rappresentanti delle forze politiche. I gruppi di minor consistenza interpellati hanno focalizzato l’attenzione sulla crisi siriana; predicando l’urgenza di formare una maggioranza di governo responsabile. La leader di +Europa Emma Bonino ha invitato le personalità politiche che hanno ottenuto più voti ad assumersi la responsabilità e il dovere di costruire una maggioranza parlamentare e governativa.
Molteni alla commissione per il Def avvicina esecutivo Lega-M5S?
Domani, venerdì 13 aprile, sarà il turno del presidente emerito Giorgio Napolitano di salire al Quirinale; nonché dei neopresidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Dalle ultime indiscrezioni si è evinto come Mattarella sia contrario a un terzo giro di consultazioni. Quelli che andranno “in scena” questi due giorni saranno dunque gli ultimi incontri prima di una decisione da parte del Presidente della Repubblica. Le opzioni più probabili per il momento restano quelle ancorate a un pre-incarico a Salvini o a Di Maio; oppure a un incarico esplorativo (più plausibile) affidato a una figura istituzionale.