“Io non avrei fatto ostruzionismo. Però i sassi sul binario Renzi se li è messi da solo con la trattativa tra governo-Pd e Forza Italia-Calderoli”. E’ il giudizio espresso da Corradino Mineo – senatore dissidente del PD – a proposito dell’iter legislativo della riforma del Senato.
SI POTEVA FARE PRIMA E MEGLIO – “Se avesse ascoltato il comune sentire di Palazzo Madama per un nuovo Senato elettivo, in trenta giorni la riforma sarebbe stata votata”, l’opinione di Mineo, intervistato da ‘Repubblica’ e ‘Corriere della Sera’. Il senatore chiede il voto palese – “Voglio che si sappia il nome di chi ha detto sì alla boiata del metodo di elezione dei nuovi senatori. E che resti nella storia” e difende l’azione dei dissidenti: “abbiamo presentato sessanta emendamenti per una perdita di tempo di 4 ore al massimo. La nostra posizione è chiara”. Al contrario, Mineo giudica debole la posizione di chi nel PD difende la legge, a partire dalla relatrice Anna Finocchiaro: “da lei mi sarei aspettato una risposta più impegnata, non così debole e elusiva. Nel suo intervento ho visto il vuoto”.
RISCHIO AUTORITARISMO – Mineo avverte sui rischi della riforma: “il risultato può essere una torsione autoritaria. Il capo del governo otterrà un forte premio di maggioranza, godrà di regolamenti in Costituzione che lo favoriscono e potrà determinare il nome del presidente della Repubblica”. Il senatore PD concorda con la proposta avanzata da Pier Ferdinando Casini, che propone l’elezione del Presidente a suffragio universale dopo la terza votazione: “è una sorta di consolato. Un modo per frenare lo strapotere del premier”, l’opinione di Mineo.
PIZZETTI (PD): “NO RINVII” – “Vogliono rinviare tutto a settembre, far chiudere l’Aula ad agosto con la riforma a metà strada. Lo impediremo con tutte le nostre forze”. La denuncia è di Luciano Pizzetti (PD), sottosegretario alle Riforme. Che aggiunge: “l’ostruzionismo è legittimo, ma è altrettanto legittimo, nel pieno e rigoroso rispetto dei regolamenti e delle procedure parlamentari, usare gli strumenti che consentono di arrivare al voto in tempi ragionevoli”. Ventilando in extrema ratio – in un’intervista concessa ad ‘Avvenire’ – l’utilizzo della ghigliottina parlamentare: “non sarebbe uno scandalo. In ogni caso valuteremo prima altri interventi, ad esempio un’attenta valutazione degli emendamenti da bocciare, in modo da farne decadere altri a catena e ridurre il numero delle votazioni”. A proposito dei dissidenti democratici, Pizzetti ammette: “devo dare atto ai nostri che non stanno usando trucchetti. Espongono le loro idee a viso aperto, ma non partecipano alla dilazione dei tempi”.
DI MAIO (M5S): “DIALOGO VA AVANTI”- “Il dialogo non è finito e attendiamo la risposta definitiva”. E’ l’annuncio di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera per il Movimento Cinque Stelle. Che però, intervistato dal ‘Mattino’, aggiunge: “temiamo però che si voglia temporeggiare, per questo occhi aperti al Senato, ma attendiamo ancora di capire cosa il Pd voglia fare sulle preferenze, lo stop all’immunità, il doppio turno di lista e gli altri punti che abbiamo posti sul tavolo”. E sulla sua presunta investitura a leader M5S, precisa: “Noi abbiamo una proposta di legge elettorale votata da centinaia di migliaia di cittadini ma dopo le Europee la prospettiva è cambiata: è stato deciso che valeva la pena verificare c’erano le condizioni per trovare un’intesa sulla legge elettorale, a partire dall’introduzione delle preferenze”. Perciò “non c’è stata alcuna auto investitura e agli incontri non sono andato mai da solo: con me c’erano i due capigruppo e Danilo Toninelli, l’estensore del democratellum. Appena terminerà questa fase riprenderò a occuparmi solo della vice presidenza della Camera”.
Andrea Turco