Pensioni ultime notizie: Ape volontaria, costo e rate. I casi limite

Pensioni ultime notizie: Ape volontaria, casi limite

Pensioni ultime notizie: Ape volontaria, costo e rate. I casi limite.

Sul fronte pensioni ultime notizie riguardano l’Ape volontaria e, più in particolare, i casi limite. Infatti fare domanda di Ape volontaria potrebbe non essere un’ottima idea per tutti. Vi sono alcuni casi limite che dovrebbero fare i conti prima di richiedere l’anticipo pensionistico volontario. E capire se tale misura sia per loro penalizzante; soprattutto in termini di importo perso e guadagnato. Un esempio è stato diffuso da Progetica sull’inserto economico del Corriere, l’Economia. Il quale ha ipotizzato il caso di un soggetto di 63 anni con 35 anni di contributi e uno stipendio di 1.500 euro netti al mese.

Ebbene, per tale soggetto l’Ape volontario potrebbe arrivare a costare poco meno di 50.000 euro. Il soggetto considerato, infatti, prenderebbe un’Ape di 762 euro, mentre per i primi 20 anni di pensione percepirebbe un importo pari a 813 euro. Ovvero, 354 in meno rispetto ai dovuti 1.167 euro. Questo cosa significa? Che l’Ape Volontaria non conviene a tutti. E in particolar modo che ognuno dovrà fare i conti con le proprie condizioni economiche, sociali e di salute prima di aderire al regime del prestito pensionistico volontario.

Pensioni ultime notizie: Ape volontaria, ultime notizie

A metà mese, ovvero prima della scadenza del 18 aprile per chiedere gli arretrati, è stato dato il via libera alle domande per l’accesso all’Ape volontaria. L’Inps ha informato tutti i diretti interessati di munirsi di identità digitale SPID di 2° livello per poter inoltrare la domanda tramite la piattaforma telematica. Tutto questo, ovviamente, dopo aver ottenuto la certificazione del diritto; requisito indispensabile per ottenere l’anticipo pensionistico volontario.

Sui tempi lunghi relativi all’Ape volontaria, ha parlato anche il segretario confederale Cisl Ignazio Ganga. “I motivi di questa lentezza sono numerosi, ma non dipendono solo dall’Inps; che sconta ormai una grave carenza di personale a fronte di un progressivo aumento delle mansioni assegnategli”.

Si ricorda che tutte le informazioni sull’Ape Volontaria sono contenute nella circolare Inps n. 28/2018; mentre le prime indicazioni sulle modalità di recupero e di attivazione del Fondo di Garanzia sono incluse nel messaggio n. 1604 dello scorso 12 aprile. In quest’ultimo è redatto un capitolo sulle situazioni di incapienza della pensione mensile.

Pensioni ultime notizie: Ape volontaria, incapienza della pensione mensile

Infatti, si legge che il recupero della rata fissa comunicata dall’Istituto finanziatore deve essere effettuato sul complesso delle pensioni di cui il soggetto pensionato risulta titolare; con esclusione dei trattamenti assistenziali, nei limiti del quinto e con la salvaguardia del trattamento minimo.

Qualora i singoli ratei mensili di pensione risultino comunque incapienti, l’Istituto provvede a trattenere dai successivi ratei e dalla tredicesima mensilità l’importo dovuto; fino a concorrenza della rata inevasa; sempre nel rispetto del predetto limite del quinto e della salvaguardia del trattamento minimo.

Nel suddetto messaggio si legge anche che l’Istituto può procedere al recupero di eventuali importi residui anche sugli arretrati a credito; che si riferiscono a tutte le pensioni intestate al soggetto. Da questa fanno eccezione quelli relativi alle prestazioni di natura assistenziale.  Qualora siano presenti importi a credito a titolo di tfr/tfs a favore del soggetto finanziato, l’Inps può procedere al recupero dell’importo residuo sul credito in argomento; sempre nel rispetto dei limiti del quinto, “purché il diritto al pagamento dell’importo a credito sia perfezionato”. In questo modo, l’importo recuperato sarà posto in pagamento a favore dell’Istituto finanziatore; e detratto dal debito complessivo del piano di ammortamento.

Infine, se trascorsi 180 giorni il debito supera i 200 euro, l’istituto finanziatore può attivare il Fondo di Garanzia e recuperare l’80% del debito residuo; di conseguenza il piano di ammortamento con trattenuta su pensione si interrompe. L’Inps provvederà quindi a recuperare le somme oggetto dell’intervento del Fondo, tramite gli strumenti di riscossione prestabiliti.

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