Pressione migratoria, intesa Spagna Marocco
Felipe VI di Spagna, divenuto re il 19 Giugno in seguito all’abdicazione del padre Juan Carlos, dopo la visita in Vaticano e quella in Portogallo si è recato pochi giorni fa a Rabat. Il Marocco è un alleato “chiave” per Madrid soprattutto sul fronte del controllo della pressione migratoria. Fenomeno che riguarda da vicino le enclave spagnole presenti sul territorio del regno africano, le città autonome di Ceuta e Melilla. Lo stretto rapporto tra i due regni era stato recentemente convalidato anche dal “vecchio” re Juan Carlos che aveva elogiato il Marocco come esempio di “stabilità e apertura”.
Gli accordi bilaterali tra i due paesi sono stati ulteriormente rafforzati dall’incontro tra il nuovo monarca spagnolo e il re Mohammed VI in particolare per quanto riguarda il contrasto alla criminalità organizzata transfrontaliera che tratta in droga ed esseri umani. La visita di Felipe inoltre vuole essere una risposta alle recenti minacce arrivate dallo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante che ha palesato l’intenzione di “liberare la Spagna e tutti i territori occupati dall’Andalusia a Giacarta”.
Mohammed VI, nel quadro della lotta all’immigrazione clandestina, ha inaugurato una strategia volta ad attuare una “rivoluzione verde” per l’Africa. L’Office Cherifien dei fosfati ha infatti inaugurato un progetto che consisterà nella costruzione di diverse fabbriche nelle zone più interne del paese. Il piano ha trovato l’appoggio delle autorità iberiche che ne hanno evidenziato l’importanza per fermare l’esodo delle popolazioni rurali africane.
I risultati della prima visita extra europea di Felipe VI hanno assunto un’importanza ancora maggiore se si considera che ieri il ministro degli Interni spagnolo Jorge Fernandez Diez ha tracciato un bilancio dei tentativi di scavalcare la frontiera tra il Marocco e Melilla. Dall’inizio dell’anno 10mila africani hanno tentato di scavalcare la doppia recinzione che separa il Marocco dalla città spagnola. Circa 3500 migranti sono riusciti a oltrepassarla accedendo quindi al territorio della Comunità Europea. Da Madrid hanno rilevato che si tratta del 230% in più di “scavalcamenti” rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Diez ha comunque rilevato l’efficacia della nuova rete anti scalata installata sui 9 km di frontiera, che impedisce l’ingresso delle dita che faciliterebbe la “scalata”, e della barriera metallica alta 6 metri che era già presente. Se, nel mese di Maggio, 3450 “clandestini” avevano fatto ingresso in territorio spagnolo, nel mese di Giugno sono riusciti nell’impresa solo in 20, ha reso noto il ministro.