Pensioni ultime notizie: Riforma Fornero, Cgil chiede uscita a 62 anni.
Sulle pensioni le ultime notizie di oggi vertono attorno alla proposta della Cgil di superare il sistema introdotto dalla Legge Fornero nel 2011 e garantire un’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni. In occasione di un convegno tenutosi a Roma, Cgil e Fondazione di Vittorio hanno presentato uno studio che ha preso in esame “I sistemi previdenziali in Europa”. La ricerca ha fatto un confronto tra i vari sistemi pensionistici vigenti nei Paesi europei, affermando come la Legge del 2011 penalizzi in misura maggiore il nostro Paese rispetto alle altre nazioni del continente. La conclusione può quindi essere una sola, come affermato dal segretario confederale del sindacato, Roberto Ghiselli.
“Reintrodurre un meccanismo di flessibilità in uscita in Italia; con un’età di accesso al pensionamento a partire dai 62 anni”. Inoltre, serve anche “superare strutturalmente l’impianto della Legge Monti-Fornero introducendo gli elementi di sostenibilità necessari; in particolar modo nei confronti dei giovani, delle donne, di chi svolge lavori manuali e gravosi e dei lavoratori precoci”.
Pensioni ultime notizie: Cgil chiede uscita a 62 anni, ecco perché
Quanto espresso sopra, per la Cgil, è la logica conseguenza di un sistema troppo penalizzante per il nostro Paese, se si guarda anche agli altri Paesi europei. Infatti dallo studio emerge che l’Italia sia il Paese in cui l’età per la pensione di vecchiaia risulta più alta: ovvero 67 anni per uomini e donne dal 2019. Un limite che in Spagna si stabilirà solamente nel 2027, mentre in Germania si raggiungerà addirittura nel 2029.
Lo studio condotto dalla Cgil e dalla Fondazione di Vittorio valuta anche il nostro meccanismo legato all’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita come il più rigido del vecchio continente. Dalle verifiche biennali all’influenza sull’importo dell’assegno pensionistico, che rischia anche di abbassarsi. È quanto riporta Ezio Cigna, responsabile dell’Ufficio previdenza pubblica della Cgil. “Il sistema previdenziale italiano risulta più penalizzante rispetto agli altri. Oltre a impattare sul diritto, modifica con cadenza biennale i coefficienti di trasformazione, necessari per il calcolo della pensione nel sistema contributivo. Quindi non si tratta solo di uno spostamento del traguardo pensionistico per tutti; ma anche di una pensione più bassa”.
Pensioni ultime notizie: Cgil, “Meglio previdenza complementare”
Fulvio Fammoni della Fondazione di Vittorio ha spiegato che dall’analisi comparativa sono emersi alcuni fattori che hanno determinato tali differenze tra i sistemi previdenziali europei. Infatti, in Italia e in Spagna la previdenza complementare risulta ancora poco sviluppata; mentre nei Paesi anglosassoni il focus è sulle pensioni di categoria o complementari. La Cgil va quindi a premiare la previdenza complementare (ovvero una posizione pensionistica integrativa a quelle obbligatorie); soprattutto in quei settori dove risulta marginale; e intesa specialmente come uno strumento di sostegno e supporto alla previdenza pubblica.
Il sindacato ha invece sottolineato come in Paesi come Francia e Germania, ai fini previdenziali venga valorizzato il periodo di formazione ed educazione dei figli. La conclusione è invece sul rapporto tra spesa pensionistica e Prodotto interno lordo. Un’altra penalità per il Nostro Paese, visto che tale rapporto risulta viziato in Italia da come la spesa viene composta; includendo peraltro degli elementi che negli altri Paesi europei pesano di meno; il fisco è un vivido esempio. Così come lo è il Tfr, non conteggiato ai fini previdenziali.