Governo 2018: incarico esplorativo, tocca a Fico dopo la Casellati

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Governo 2018: incarico esplorativo, tocca a Fico dopo la Casellati

Il mandato esplorativo affidato al Presidente del Senato Casellati ha finora portato ben pochi frutti. In ogni caso, verrà tentato un secondo giro di colloqui con centrodestra e 5 stelle nel pomeriggio di oggi. D’altra parte, le possibilità che si trovi un accordo tra la coalizione guidata da Salvini e il partito di Di Maio sembrano ormai ridotte al lumicino.

Il Movimento si dichiara disponibile solo a formare un esecutivo con la Lega, senza Forza Italia. Il Carroccio non è disposto ad assecondare il veto che pesa sul partito di Berlusconi. Dunque, domani la Casellati si recherà al Colle per certificare la permanenza dello stallo. A Mattarella, adesso, toccherà individuare nuove strade per sbloccare una situazione ancora “ingessata”.

Governo 2018: incarico esplorativo, tocca a Fico dopo la Casellati

Per molti, la definitiva messa da parte dell’asse 5 stelle-centrodestra riporterà in auge il Pd; fino a questo momento è rimasto “congelato” dal principio renziano del “tocca a loro”. Infatti, anche se il livello è quello delle indiscrezioni, Mattarella starebbe pensando di assegnare a partire da inizio settimana prossima un mandato esplorativo a Roberto Fico. Il compito della Casellati è stato quello di verificare le possibilità di accordo tra pentastellati e Lega; invece, la missione del Presidente della Camera sarebbe quella di attivare il “secondo forno” a disposizione dei 5 stelle. In pratica, approfondire l’ipotesi di alleanza con i Dem.

Fico, oltre che per il suo ruolo istituzionale, anche per la sua storia “politica” sembra essere la figura giusta per incontrare i favori dell’ala dialogante del Partito Democratico. Tuttavia, la palla passerebbe in mano a Renzi; per quanto finora abbia escluso qualsiasi avvicinamento ai 5 stelle avrà vita difficile a giustificare il rifiuto di un dialogo “programmatico” con i pentastellati se questi ultimi chiuderanno del tutto con la Lega. Infatti, sta diventando sempre più difficile per l’ex premier ignorare le pressioni esercitate dall’interno e dall’esterno; detto questo, dialogo non significa che l’alleanza tra Pd e 5 stelle abbia qualche speranza di concretizzarsi. Il “governissimo” rimane lì, sullo sfondo.

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