Il caso Neymar è arrivato oggi ad uno dei suoi episodi decisivi. L’ex presidente del Barcellona Sandro Rosell è arrivato alle 9.30 al Tribunale Nazionale per testimoniare davanti al giudice Pablo Ruz. L’ex presidente ha rifiutato di commentare ai tanti giornalisti che attendevano il suo arrivo; con lui ci sono anche il rappresentante legale del club catalano ed il direttore generale Antoni Rossich.
Il Barcellona avrebbe defraudato circa 9,1 milioni di euro al Tesoro, una cifra che potrebbe aumentare a 11,7 nel caso in cui un altro movimento pari a 2,6 milioni venisse confermato nel corso dell’anno 2014.
Rosell e Rossich avrebbero dovuto testimonaire il 13 giugno, ma alla fine la data è stata modificata su richiesta dell’avvocato difensore. Il giudice Ruiz prevede inoltre di parlare nel corso della giornata di oggi con Artur Amich in qualità di testimone esperto. Amich è partner di Deloitte ed è stato responsabile per le relazioni di revisione contabile della società catalana durante il biennio 2012 e 2013.
L’accusa fonda le sue basi sul fatto che l’acquisto di Neymar da parte del Barcellona sia stato fatto attraverso “contratti fittizi“. Il club catalano non ha intenzione di essere condannato per reato fiscale nel processo e spera di convincere il giudice che l’operazione è stata eseguita in modo “ottimale”.
Ecco cosa accadde
E’ stato uno dei colpi di mercato più importanti dell’anno. 57 milioni di euro, di cui 17 al Santos, e 7 milioni di euro di ingaggio a stagione, tanto ha pagato il Barcellona per avere le magie del brasiliano Neymar. Per l’operazione il presidente del Barcellona, ormai ex, Sandro Rosell ha ricevuto una denuncia per appropriazione indebita di circa 40 milioni di euro. Jordi Cases, un socio oppositore del presidente del Barcellona, lo denuunciò attraverso l’ “Audencia Nacional”, dichiarando che il presidente blaugrana avrebbe “trattenuto” da quell’operazione di acquisto, appunto, circa 40 milioni di euro. Il trasferimento di Neymar è costato ufficialmente i 57,10 milioni di euro, di questi 17 sarebbero entrati nelle casse del club brasiliano, mentre il resto sarebbe andato nelle tasche di due società, la DIS e Teisa, proprietarie rispettivamente del 40% e del 5% dei diritti del campione carioca. Il Barca aveva poi aggiunto in un secondo momento 7,9 milioni di euro riguardanti un opzione su due giovani talentuosi del Santos, a cui ancora si devono sommare altri 9 milioni per due amichevoli arrivando fino ad una cifra vicina ai 74 milioni di euro.