La gente che sta bene: trama, cast e recensione del film su Rai 3
Umberto Dorioni (Claudio Bisio) è un avvocato d’affari privo di scrupoli, che lavora a Milano in uno studio legale di successo; è il classico arrivista, che non si fa problemi a licenziare i colleghi meno produttivi e a fare lo sgambetto al suo partner di studio. Tuttavia, la sua vita scorre all’insegna della finzione. Tra un capo che non lo stima e una moglie (Margherita Buy) che lo ama sempre meno, Umberto si convince infantilmente di fare parte di quella gente che sta bene rispetto al denaro e alla salute mentale.
La gente che sta bene: trama e cast
A tradirlo sono però la sua parlantina agitata e il suo sguardo sfuggente. Umberto non è un uomo felice; si convince di condurre la vita che desidera, ma nel fondo sa che non è così. Il punto di svolta della sua storia personale arriverà con un improvviso licenziamento. Diego Abatantuono, che veste qui i panni del potentissimo avvocato Patrizio Azzesi, si presenterà a Dorioni come sua ancora di salvezza, offrendogli di aprire il primo studio legale in Italia di un prestigioso nome inglese. Sembra dunque che la vita gli sorrida di nuovo, quando però, un incidente d’auto arriverà ad aprirgli definitivamente gli occhi.
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La gente che sta bene: recensione
Il regista del film, Francesco Patierno, ha voluto realizzare con La gente che sta bene una commedia dai toni decisamente grotteschi. La riflessione sui temi dell’uomo italiano interpretato da Bisio, della crisi economica che continua ad aleggiare sulla nostra penisola, e dei rapporti umani che si sgretolano sempre più facilmente, è centrale nella pellicola di Patierno. Chi pensa di assistere ad una commedia leggera, in cui si ride a crepapelle e in maniera superficiale, si prepari ad altro. Si ride, ma amaramente, e forse, più che altro, si pensa.
Abatantuono si distingue anche qui per l’altissima qualità della sua performance, mentre Bisio, con la sua immancabile verve comica, forza forse troppo il personaggio nella prima parte, per abbassarne eccessivamente i toni nella seconda. Perfetta la Buy nel suo racconto di un personaggio femminile inizialmente debole, ma che cresce e matura man mano che il film prende il largo.