Pensioni novità 2018: stop anzianità e aumento età pensionabile, la proposta

Pubblicato il 26 Aprile 2018 alle 17:05 Autore: Giuseppe Spadaro
Pensioni novità 2018 stop anzianità e aumento età pensionabile, la proposta

Pensioni novità 2018: stop anzianità e aumento età pensionabile, la proposta

Pensioni novità 2018, come rimettere in equilibrio il sistema pensionistico è tra gli argomenti dibattuti negli ultimi mesi. E forse anche negli ultimi anni. Con un’intervista al Sole 24 Ore è l’economista Sandro Gronchi a lanciare una sua proposta di riforma pensionistica. Gronchi è esperto della materia pensioni; docente presso l’Università La Sapienza è stato consulente sulla materia previdenziale del Governo Dini nel 1995. In sintesi la sua proposta ruota intorno all’idea di fondo che la pensione debba basarsi sull’età e non sull’anzianità lavorativa. La riforma passerebbe dalla modifica dei coefficienti di trasformazione con cui si stabilisce il valore delle pensioni su speranza di vita dei beneficiari, indicizzazione, reversibilità e invalidità.

Pensioni novità 2018, Gronchi ‘coefficienti obsoleti’

Qual è dunque il meccanismo da cambiare secondo Gronchi? L’esperto osserva: ‘la compensazione sarebbe perfetta se la longevità fosse costante. In tal caso, i coefficienti, benché basati sulla longevità osservata delle generazioni precedenti, rifletterebbero anche quella “futura” delle generazioni cui sono applicati. Ma così non è, e dalla crescita della longevità seguono coefficienti cronicamente obsoleti (maggiori del dovuto) che implicano il parziale fallimento del principio contributivo. Infatti, le pensioni tendono a superare i contributi. Venendo al punto, l’obsolescenza cresce al diminuire dell’età. Perciò la flessibilità, che resta un attributo imprescindibile del sistema contributivo, deve essere preservata mantenendo alta l’età minima.

Pensioni novità 2018, l’età minima proposta da Gronchi

Il modello a cui l’Italia, secondo Gronchi, dovrebbe ispirarsi è la Svezia. Qual’è dunque l’età minima proposta? Ecco la risposta: ‘età minima di 63 anni e una massima di 67, la riforma Fornero scelse l’intervallo fra 63 e 66 anni (già diventati 64 e 67 per effetto dell’aggancio alla speranza di vita). L’intero meccanismo oppone seri ostacoli alla flessibilità’.

Pensioni novità 2018, l’età minima proposta da Gronchi part II

Dunque la proposta prevede il superamento della riforma Fornero in un’ottica ancora più ispirata alla flessibilità. ‘La longevità aumenta con l’anno di nascita, e così anche la durata della pensione che è riflessa nei coefficienti di trasformazione. Ecco perché ciascuna coorte deve avere i suoi. In altre parole, ogni anno occorre assegnare i nuovi coefficienti alla coorte in procinto di raggiungere l’età minima’. L’assegnazione deve essere a titolo definitivo, cioè gli aggiornamenti posteriori devono riguardare le sole coorti successive. Proprio questo – aggiunge Gronchi – accade in Svezia dove nel 2017 si sono assegnati i coefficienti alla coorte nata nel 1955 che compie l’età minima di 63 anni nel 2018.

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Pensioni novità 2018, Gronchi su reversibilità e invalidità

L’esperto tocca anche i punti della reversibilità e invalidità.

Ci sono altri aspetti che lei propone di riformare sul modello svedese: la reversibilità e l’invalidità.
Comincio dalla prima dicendo che l’unica conseguenza della reversibilità non è l’abbattimento delle pensioni dovuto alla maggior durata delle stesse che si riflette in coefficienti di trasformazione più bassi. Infatti, la reversibilità contrasta col principio della corrispettività secondo cui i contributi devono essere restituiti a chi li ha versati. In particolare, i contributi dei singoli (privi di coniuge sopravvivente) sono in parte devoluti ai coniugati per finanziare le pensioni dei loro superstiti. Potrebbe evitarlo la libera scelta fra i coefficienti di trasformazione a “una testa” (maggiori) e quelli a “due teste” (minori). Tuttavia, occorre valutare il rischio che i primi siano scelti anche dai coniugati nella prospettiva che il loro superstite possa essere assistito dall’assegno sociale.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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