Storace: “Federazione centrodestra difficile. Si odiano tutti”
La ricostruzione del centrodestra agognata da Berlusconi rischia di rivelarsi un vero e proprio flop. Troppo distanti obiettivi e programmi degli ipotetici alleati. Alfano e Salvini si guardano in cagnesco mentre in Forza Italia sono in molti ad essere scettici su un possibile ritorno all’ovile degli alfaniani. Il problema di fondo però è un altro: tutti si odiano. Questa almeno è l’opinione di Francesco Storace. “Galvanizzato dal processo Ruby, Berlusconi ha deciso di ricominciare una nuova vita e si è messo in testa di federare tutti quelli che si odiano. Partita complicata, direi. Che rischia di essere scarsamente credibile agli occhi degli italiani. Il 50 per cento dei quali non vota più” scrive il leader de La Destra, sul Giornale d’Italia.
A Berlusconi dico, prosegue, che “se non si affronta la partita sul piano dei contenuti, sarà difficile creare una coalizione alternativa alla sinistra. Soprattutto con quelli che con lui ci sono stati più per convenienza che per convinzione e che quando è andata storta si sono messi per conto loro. Vale per il Nuovo centrodestra e vale per Fratelli d’Italia, entrambi hanno preferito giocare in proprio. E non tocco l’argomento delle risorse economiche”. Gli italiani “orfani della destra vanno ricondotti alla base con messaggi affascinanti: non è sufficiente una semplice riaggregazione”, sottolinea Storace.
“Bisogna parlare con chiarezza e lungimiranza. E coerenza”. Molti i temi su cui puntare, secondo Storace: dal presidenzialismo alla messa in discussione dell’assetto europeo e delle sue scelte politiche, dalla battaglia sulla partecipazione nel mondo del lavoro all’immigrazione con il no a Mare nostrum, dalla chiarezza sui temi etici a quella sul rapporto col governo Renzi. “È vero – dice a proposito di quest’ultimo – che sotto sotto riaffiora la volontà di rimettersi a governare con la sinistra? Sarebbe il colpo di piccone definitivo alla ricostruzione di un’alleanza di centrodestra. È bene che Berlusconi lo comprenda una volta per tutte. E comunque c’è tempo per decidere il da farsi attorno al partito-pilastro della coalizione berlusconiana. A ferragosto si fanno i bagni e non la rivoluzione”.