Renzi tentato da ipotesi rimpasto di governo
Una nuova indiscrezione di Dagospia fa tremare il premier Matteo Renzi con tutto Palazzo Chigi: sembrerebbe infatti che i rapporti tra l’ex sindaco fiorentino e il ministro degli Interni e leader di Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano, stiano prendendo una brutta piega.
Cosa ha acceso la miccia? Sicuramente gli avvenimenti degli ultimi giorni, arrivati per aggiungere ulteriori grattacapi al già indaffarato presidente del Consiglio e per rendere le sue partite, da giocare in casa – in Italia, in parlamento e al governo – e fuori – in Europa, per le nomine in Commissione – sempre più difficili. Infatti, ben sappiamo che l’ultimo vertice europeo in cui si giocava il toto-nomine per le più importanti “poltrone” dirigenziali dell’Unione si è risolto con un nulla di fatto e con un forzoso rinvio al prossimo 30 agosto.
La proposta renziana di nominare Federica Mogherini, attuale capo della Farnesina, ad Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, non è stata accettata dalle forze politiche europee e da ben 11 Stati, sospettosi della vicinanza del ministro alla Russia di Putin e dubbiosi sulla sua preparazione per un ruolo diplomatico di tale rilievo. Le perplessità sulla proposta del capo del governo italiano riguardano anche la motivazione di questa scelta, giudicata non essere la migliore per la situazione complessiva del nostro Paese, che si ritrova sempre a dover fare i conti con una ripresa economica vacillante e tutta in salita. Alcuni si domandano perché Renzi non abbia puntato a far ottenere a un italiano/a un’altra nomina nel contesto istituzionale europeo, come ad esempio per il nuovo portafoglio sull’immigrazione creato ad hoc dal neoeletto presidente della Commissione Jean Claude Juncker.
Comunque, ad ascoltare i rumors del noto sito di Roberto D’Agostino, si è venuti a conoscenza di un reale e fitto scontro tra Matteo Renzi, Angelino Alfano e Antonio Tajani proprio sulla questione nomine. Quest’ultimo, esponente di Forza Italia ed attuale primo vicepresidente del Parlamento europeo e del Ppe dal 2002, oltre che ex Commissario all’Industria, si è espresso con parole dure e di contestazione sulle ultimissime scelte del premier: “Non sono contro Renzi, non voglio disturbare il manovratore ma è un grave errore per gli interessi dell’Italia chiedere il posto di Alto Rappresentante”, un posto per il quale “se lo si vuol prendere si deve scegliere qualcuno di maggior peso come Letta o D’Alema“. Tajani ha poi proseguito ritenendo che “per il bene dell’Italia sarebbe meglio scegliere un altro incarico come Commercio Internazionale o Immigrazione, per il quale la Mogherini andrebbe benissimo” ma “forse Renzi è mal consigliato” perché “l’Europa non è Firenze” e “si deve cercare il compromesso con tutti, non lo scontro”. In questa situazione di blocco, sembra che Renzi abbia poi rimproverato Angelino Alfano di aver utilizzato i propri canali all’interno del Ppe per dare un ulteriore stop alla candidatura della Mogherini e fermare un temutissimo rimpasto di governo che avrebbe messo il leader di Nuovo Centro Destra in una posizione di isolamento.
Ma non si fermano qui i timori del ministro degli Interni: come una doccia fredda è arrivata la scorsa settimana l’assoluzione di Silvio Berlusconi per il processo Ruby, che di fatto ha riabilitato la figura del leader azzurro e ricompattato una Forza Italia agitata negli ultimi mesi da guerre intestine e da fronde interne. In questo panorama in cui le carte si rimischiano in continuazione Alfano ha le sue buone ragioni per agire con cautela e scongiurare un’azione del governo che, di fatto, lo allontanerebbe da quel complicato scacchiere politico nel quale Angelino tiene tanto ad avere un posto di rilevanza.
L’ipotesi di un rimpasto di governo non è solo non tramontata, ma anche molto probabile se Renzi dovesse spuntarla a Bruxelles: qualora riuscisse a far ottenere la carica di Mrs Pesc alla Mogherini, allora dovrebbe consegnare proprio ad Alfano la Farnesina. Ma la poltrona che potrebbe saltare non è solo quella del Viminale: a “rischiare il posto” ci sono anche Maurizio Lupi che, secondo il retroscena di Dagospia, “da tempo non parla con il premier…”, la ministra dell’istruzione Stefania Giannini e Maria Carmela Lanzetta, attualmente agli Affari Regionali. L’unico che potrebbe beneficiare di questo valzer di poltrone è invece Graziano Delrio, che lascerebbe la carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio per approdare a quella di ministro.