Aereo abbattuto in Ucraina, Usa: “colpa dei separatisti”
Continuano le indagini sull’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines colpito nei cieli dell’Ucraina. L’aereo che trasportava 298 persone – 283 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio – dovrebbe essere stato colpito da un missile. D’altra parte ancora si è lontani dal capire chi questo missile l’avrebbe lanciato. L’aereo è caduto a 50 km dal confine tra Russia e Ucraina, non lontano da Donetsk che, anche in questo momento, resta il teatro degli scontri tra l’esercito di Kiev e i separatisti filorussi.
Nelle ore immediatamente successive all’accaduto, nella confusione dovuta alle reciproche accuse tra governo di Kiev e ribelli, non ha avuto dubbi il Presidente russo Putin: “non sarebbe successo niente se il governo ucraino non avesse deciso di continuare con l’operazione anti-terrorismo nell’est”. Quindi la colpa è delle autorità ucraine. Dal canto loro i servizi segreti di Kiev, invece, ritengono che la responsabilità dell’abbattimento debbano essere addossate a Mosca. L’intelligence ucraina dice di avere registrato delle intercettazioni telefoniche – al telefono una spia russa e un capo ribelle – che inchioderebbero la Russia.
Gli Usa – in questi giorni avevano sposato la tesi ucraina – in queste ore hanno invece raffreddato la propria posizione nei confronti di Mosca. Secondo l’intelligence statunitense il missile sarebbe stato lanciato dai filorussi per errore. Quindi da Washington si esclude il diretto coinvolgimento della Russia nella strage.
Anche se la ricostruzione americana è ancora vaga e lacunosa, dall’analisi dei resti dell’aereo è stato possibile avanzare l’ipotesi che scagionerebbe la Russia e accuserebbe i ribelli dell’est ucraino, riferiscono fonti vicine ai servizi segreti. I fori di diverse dimensioni presenti sulla carcassa del Boeing infatti sarebbero compatibili con quelli causati da un missile terra-aria, più precisamente un Sa 11 di fabbricazione russa lanciato da un lanciamissili Buk. Questo tipo di missile esplode anche a 50-20 metri dal target che, a quel punto, viene investito da una raffica di schegge.