Pensioni ultime notizie: modifica Riforma Fornero, Damiano ‘accordo si può’.
Per quanto riguarda le pensioni ultime notizie vertono ancora sulle possibili modifiche alla riforma Fornero. L’ex presidente della commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano continua a ribadire che ritoccare la legge del 2011 si può fare. Ispirato dai risultati del Documento di Economia e Finanza presentato lo scorso giovedì dal governo, è uscito fuori un elemento importante, che lo stesso Damiano ha analizzato nel dettaglio. “Senza le riforme pensionistiche varate dal 2004 al 2011, il debito pubblico sarebbe schizzato al 150% del Pil”, afferma Damiano. “Questo nel breve periodo, per arrivare poi al 200% tra il 2030 e il 2040”.
Per Damiano si tratta di affermazioni importanti, in quanto “il Governo chiarisce finalmente che l’equilibrio dei conti non è garantito esclusivamente dalla legge Fornero”. Bensì, dal complesso delle riforme pensionistiche varate tra il 2004 e il 2011. Cominciando dalla riforma Maroni (2004), per poi proseguire con quella Damiano (2007), la Sacconi (2010) e infine la Fornero (2011).
Pensioni ultime notizie: Riforma Fornero, le modifiche continueranno?
Quindi Damiano prosegue nel valutare nel dettaglio il Documento di Economia e Finanza; analizzando ad esempio l’errore nel calcolo dell’incidenza della spesa pensionistica sul Pil, “oscillante negli anni tra il 15,8% e il 18,2%”. Per l’esponente PD il calcolo è errato perché si basa su metriche di calcolo europee (Economic Policy Committee). Il problema resta sempre quello, peraltro già citato più volte. Quelle tecniche “non considerano che in Italia non c’è separazione tra spesa previdenziale e assistenziale”. Inoltre, non viene valutato “l’alto peso della tassazione sugli assegni pensionistici, dal valore di oltre 40 miliardi di euro annui in Italia”. Scorporando quelle voci, secondo Damiano l’incidenza della spesa pensionistica sul Prodotto interno lordo si attesterebbe attorno al 12% del Pil; ovvero “perfettamente in linea con i principali Paesi europei”.
Da qui il risultato di un’equazione che sembra lapalissiano. Come visto dall’ultimo Def, non è stata soltanto la riforma Fornero a tenere in salute i conti pubblici. Per questo motivo “si può proseguire sulla strada di una sua correzione”, come già fatto dal PD nella precedente legislatura. E quindi, in tempi di dialoghi tra forze politiche, per Damiano le modifiche alla Fornero rappresenterebbero anche un punto in comune con il Movimento 5 Stelle. Ma sotto quest’aspetto, si parla di un’altra storia.