Governo 2018, ultime notizie: Cassese premier. Patto M5S-Lega?

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Governo 2018, ultime notizie: Cassese premier. Patto M5S-Lega?

Nonostante il fallimento dell’esplorazione del Presidente del Senato Casellati, l’ipotesi di alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega non sarebbe mai tramontata. Al contrario, è solo questione di tempo, a quanto pare poco, prima che si concretizzi in modo definitivo. A riferirlo, ancora una volta, Luigi Bisignani dalle colonne del quotidiano romano Il Tempo. Allo stato dei fatti, è il Pd l’interlocutore dei pentastellati in ottica maggioranza (anche se l’accordo “è impossibile” continua a ribadire ogni volta che ne ha occasione Matteo Renzi). Tuttavia, Carroccio e 5 Stelle avrebbero già un accordo per quando i Dem si defileranno dal tavolo dei negoziati.

I due partiti, secondo Bisignani, proporranno a Mattarella di sostenere un governo guidato da Sabino Cassese, “fedelissimo” del Presidente della Repubblica. D’altra parte, sempre secondo Bisignani, tale esecutivo servirà soltanto a modificare la legge elettorale; su questo versante si starebbe pensando a un doppio turno. Quindi, Salvini e Di Maio punteranno a tornare al voto già a ottobre; in pratica, prima della Legge di Bilancio, così da non dover modificare le rispettive promesse elettorali. Nel frattempo, una manovra interlocutoria dovrebbe consentire di mettere a tacere eventuali malumori di Bruxelles.

Governo 2018, ultime notizie: Cassese premier. Patto M5S-Lega?

Cambiando la legge elettorale in senso maggioritario (il Rosatellum è un sistema misto ma sbilanciato in senso proporzionale) si punta a “fare fuori” sia Renzi che Berlusconi, sottolinea Bisignani. Infatti, si stabilissero delle nuove regole del gioco, la Lega avrebbe gioco facile a sganciarsi da Forza Italia (“rubando” anche una quota consistente di berlusconiani attraverso la mediazione di Giovanni Toti). D’altra parte, non è detto che la mossa non faccia il gioco del senatore di Scandicci che, anche ieri intervistato a Che tempo che fa, si è detto tentato “da un sistema alla francese che funzioni”. Un accenno neanche troppo velato alla possibilità – molto chiaccherata – di farsi un suo partito “alla Macron”.

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