La riforma del Senato deve passare prima dell’estate. Dato il clima di impasse, per dare un’accelerazione, la conferenza dei Capigruppo del Senato ha elaborato un nuovo calendario dei lavori, che prevede votazioni ad oltranza e sedute dalle 9 di mattina a mezzanotte. Il tutto sarà effettivo da lunedì 28 luglio.
COMBATTERE L’OSTRUZIONISMO – Questa sorta di «conclave laico» mira a velocizzare i tempi del dibattito e dell’approvazione, combattendo il fortissimo ostruzionismo delle opposizioni e dei frondisti della maggioranza. Il disegno di legge presentato dal governo, infatti, si è arenato sotto il peso di 7.850 emendamenti. Lo stesso relatore, il leghista Roberto Calderoli, ha invitato le opposizioni a ridurli, pur essendo pessimista su un’approvazione in tempi brevi. Nel governo, tra i principali sostenitori della «linea dura» c’è il premier Matteo Renzi, il quale ha lanciato l’hastag #mentreloro, in cui parla della creazione di posti di lavoro, alludendo alla firma dei 24 contratti di sviluppo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti (Pd) commenta così l’adozione del nuovo calendario: «Non c’è niente di male a votare ad oltranza: milioni di italiani lavorano dalla mattina alla sera e allora possono andare a votare da mattina a sera anche i senatori». Anche per il ministro Maria Elena Boschi, l’approvazione del disegno di legge è prioritaria: «Ci potrà essere un tentativo di rallentare questo cambiamento, un ostruzionismo che ci può portare a lavorare una settimana in più e sacrificare un po’ di ferie ma manterremo la promessa di cambiare perché questa urgenza deriva da noi».
M5S: LA SVOLTA AUTORITARIA – Il Movimento Cinque Stelle non sta a guardare e attacca: dal blog, Beppe Grillo parla di svolta autoritaria, balenando la sostituzione della democrazia con una dittatura « che comprende tutte le forze del paese che vogliono conservare i loro privilegi». Uno scenario, che Boschi non ha esitato a definire come un’allucinazione, dal momento che il disegno presentato è stato ampliamente condiviso dalle forze parlamentari. Duro monito è stato espresso anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha invitato a non fare dell’autoritarismo un alibi per evitare le riforme costituzionali. Il Capo dello Stato, poi, torna anche sulle ipotetiche dimissioni, definendole, per un momento, un «gioco sterile».
BRUNETTA (FI): TEMPI IRRAGIONEVOLI. SEL CHIEDE IL CONFRONTO CON NAPOLITANO – Il presidente dei Deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, condivide il dissenso già espresso dal suo collega di Palazzo Madama, Paolo Romani. L’ex numero uno del dicastero della Pubblica Amministrazione parla di tempi irragionevoli e chiede a Napolitano di esprimersi sul provvedimento. Da Sinistra Ecologia Libertà, infine, si legge in una nota comparsa stamane sul sito del partito, i due capigruppo De Petris e Scotto chiedono un incontro col presidente della Repubblica per confrontarsi sulla linea legislativa avanzata dai vendoliani.
Alessandro De Luca