Sondaggi politici SWG: la perdita dello status sociale, spauracchio per 4 italiani su 5
Un sondaggio un po’ diverso dal solito, questo dell’istituto SWG. Qui, si parla delle paure delle persone nell’ambito puramente sociale. La domanda, rivolta al campione, riguarda la percezione che si ha delle maggiori paure sociali. Pertanto, non c’è una diretta e univoca correlazione tra il soggetto e la paura espressa. I risultati sono senza dubbio interessanti e dimostrano come si percepisca il ruolo (o status) sociale: elemento chiave della società contemporanea, stando alla rilevazione di SWG.
Sondaggi politici SWG: la perdita di ruolo sociale come paura generalizzata
La domanda sottoposta da SWG è la seguente;
Secondo lei, quanto spaventa le persone (% = somma di “molto + abbastanza”)
Come detto, i soggetti rispondono non necessariamente sulle proprie esperienze e in funzione delle proprie paure, bensì sulla percezione della società. La gran parte del campione, crede che la perdita di ruolo sociale spaventi le persone. Lo asserisce l’83% degli intervistati, con picchi che arrivano all’86% nella fascia d’età che va dai 45 ai 54 anni.
Segue, l’avere un’esistenza insignificante. Espressione laconica ma densa di significato, seppur vago e relativo. Il 77% del campione crede che questa condizione spaventi le persone. A poca distanza, segue la “mancanza di ammirazione” da parte degli altri. Rispetto all’affermazione precedente, questa è maggiormente concreta e univoca. Il 74% del campione la ritiene una preoccupazione degna di nota, con il picco del 79% nella fascia d’età dei giovani tra i 25 e i 34 anni.
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Sondaggi politici SWG: si rilevano differenze generazionali
A stretto giro di posta, dopo il “non essere ammirato”, troviamo l’ “essere nell’ombra”. Questa risposta è certamente più vaga, in quanto non chiarisce precisamente a cosa ci si riferisca: se si parla di rimanere al margine della scena pubblica, ai margini della società ecc. Il 73% del campione la identifica come paura sociale.
Infine, un 61% rileva la preoccupazione di “non essere competente in una qualche attività”. Se, per i più giovani (tra i 18 e i 34 anni), il risultato è più modesto (54%), questi cresce esponenzialmente in funzione del range, fino ad arrivare al 66% degli over 64.
Nota metodologica in immagine