Naspi 2018: requisiti e calcolo ore di lavoro effettivo. Come fare
Naspi 2018: requisiti e calcolo ore di lavoro effettivo. Come fare.
La Naspi 2018 è la prestazione economica che garantisce il sussidio di disoccupazione ai soggetti che hanno perso il lavoro da dipendente per causa involontaria e in possesso dei requisiti previsti dalla normativa. Oltre a quelli classici, che consistono prevalentemente nel possedere lo status di disoccupato e nel presentare la DID presso centro per l’impiego, ve ne sono altri contributivi; tramite i quali risulta necessario calcolare le ore di lavoro effettivo. Una questione semplice per certi tipi di lavoratori, ma non per tutti. Ad esempio, i lavoratori domestici, costretti comunque a paghe più basse e a parametri di calcolo ore differenti. Ecco dunque le informazioni utili a riguardo.
Naspi 2018: requisiti contributivi
Con riferimento alle informazioni ufficiali fornite dall’Inps, per avere diritto alla Naspi 2018 sono necessarie minimo 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. L’Istituto precisa che per contribuzione utile “si intende anche quella dovuta ma non versata”. Inoltre, per avere accesso all’indennità, risultano valide tutte le settimane retribuite; “purché risulti erogata o dovuta per ciascuna settimana una retribuzione non inferiore ai minimali settimanali”. Tuttavia occorre una precisazione. Infatti tale disposizione “non si applica ai lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari, agli operai agricoli e agli apprendisti per i quali continuano a permanere le regole vigenti”.
Nell’elenco dei requisiti contributivi figurano i seguenti.
- Contributi previdenziali; comprensivi di quota DS, Aspi e Naspi versati durante il rapporto di lavoro subordinato;
- Contributi figurativi; accreditati per maternità obbligatoria, se all’inizio dell’astensione risulta già versata la contribuzione; nonché per i periodi di congedo parentale, a patto che siano regolarmente indennizzati e intervenuti in costanza di rapporto di lavoro;
- Periodi di lavoro all’estero; in paesi comunitari o convenzionati; esclusi quei Paesi con cui l’Italia non ha stipulato convenzioni bilaterali inerenti alla sicurezza sociale;
- Periodi di astensione del lavoro; per malattia dei figli fino a 8 anni; nel limite di 5 giorni lavorativi all’anno.
Inoltre risultano necessario almeno 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione. Ma cosa s’intende per giorni di effettivo lavoro? Quelli di effettiva presenza sul posto di lavoro, indipendentemente dalla durata oraria.
Naspi 2018: calcolo ore per i lavoratori domestici
Per quanto riguarda i lavoratori domestici, i requisiti richiesti corrispondono a minimo 5 settimane di contribuzione nei 12 mesi prima della fine del rapporto di lavoro. Ovvero, 30 giornate di lavoro effettive. A tal proposito l’Inps informa quanto segue.
Tenuto conto che per l’accredito delle settimane si fa riferimento al trimestre solare e che per la copertura di una settimana sono necessarie 24 ore, le settimane accreditate nel trimestre si calcolano sommando tutte le ore di lavoro presenti nel trimestre; e dividendo le stesse per 24; ad esempio, 80 ore lavorate nel trimestre diviso 24 è uguale a 3,33 settimane di contribuzione; arrotondate a 4.
Quindi si precisa che il requisito sarà soddisfatto nel caos in cui il numero delle settimane che risulta dalla somma dei contributi settimanali riconosciuti per ogni trimestre risulta pari o superiore a 5.
Naspi 2018: calcolo ore per altre tipologie di lavoratori
Per ciò che concerne altre categorie di lavoratori per le quali non è possibile calcolare le ore e le giornate lavorate, risulta utile il requisito di 5 settimane di contribuzione nei 12 mesi prima della fine del rapporto di lavoro. Tra i lavoratori appartenenti a queste categorie si contano quelli a domicilio e quelli con dati contributivi che derivano da formulari esteri. Infine per i lavoratori agricoli si farà riferimento alle buste paga degli stessi, nel caso in cui il calcolo delle giornate lavorate non risulti dagli archivi telematici.
I mesi prima della fine del rapporto di lavoro sono tradizionalmente 12 ed entro questi si devono calcolare le 30 giornate di lavoro effettive. Ma il periodo annuale può ampliarsi in presenza di alcune circostanze. Queste possono essere, tra le altre: malattie o infortuni sul lavoro; cassa integrazione straordinaria e ordinaria; periodi interessati da contratti di solidarietà; assenze per congedi e permessi finalizzati ad assistere familiari con handicap; periodi di assenza dal lavoro per congedo obbligatorio di maternità; periodi di assenza per congedo parentale.