Laureati Europa, in Italia e Romania la proporzione minore – infografiche
Laureati Europa, in Italia e Romania la proporzione minore – infografiche
E’ una delle statistiche in cui risultiamo agli ultimi posti, e non da oggi.
Sono usciti da poco i dati relativi al 2017, che confermano il quadro fosco.
Soprattutto perchè a essere presi in esame da Eurostat non sono tutti, ma solo i 30-34enni, ovvero coloro che fanno parte di quella generazione che dovrebbe essere all’inizio di una carriera. Che rappresentano il volto del capitale umano futuro di un Paese.
Se si può comprendere come tra i più anziani vi siano pochissimi con istruzione più alta del diploma, le statistiche sui più giovani lasciano più sconcertati.
Nella nostra infografica illustriamo come la proporzione di laureati tra i 20 e i 34 anni è cambiata tra il 2008 e il 2017, e come muta in base al sesso.
Laureati Europa, meno del 20% i 30enni uomini laureati in Italia, ma in crescita dal 2008
C’è un problema in Italia per quanto riguarda il grado di istruzione in particolare degli uomini.
Anche altrove le donne tendono a laurearsi di più. E tuttavia in Italia questo gap è enorme, di circa 14 punti.
A fronte di una media del 26,9% di laureati (il valore minore dopo quello rumeno), si va dal 19,8% degli uomini al 34,1% delle donne.
In Germania la variazione è tra 34,2 e 33,8, in Francia tra 49,6% e 38,7%, in Spagna tra 47,5% e 34,8%.
Nel complesso sono lituani, svedesi, ciprioti, irlandesi i giovani che hanno scelto maggiormente di proseguire gli studi dopo le superiori e sono riusciti a finirli. In entrambe le nazioni si supera il 50% nella quota di laureati. Con una crescita di quasi 20 punti dal 2008 nel Paese baltico.
Nei Paesi maggiori siamo al 44,3% francese, al 41,3% spagnolo, al 34% tedesco. Con aumenti rispetto a 10 anni fa in realtà piuttosto limitati, sotto l’8% in Germania, e nulli in Spagna, probabilmente per la crisi economica.
Nella stessa Grecia, tuttavia, i laureati sono cresciuti del 18%.
In Italia si è progrediti del 7,5%, non poco considerando le cifre più piccole. E in particolare del 11,6% nel caso delle donne.
Ancora tanta strada però è da fare.