Terremoto Vesuvio: nessun rischio eruzione, ma c’è attenzione

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Terremoto Vesuvio: nessun rischio eruzione, ma c’è attenzione

Un terremoto di magnitudo 2 della scala Ritcher ad una profondità di circa cinquanta metri e con epicentro della zona craterica del Vesuvio si è verificato ieri sera, poco prima della mezzanotte.

Alla nostra penisola, che convive con l’endemica tendenza alle catastrofi, di natura endogena o causa dall’incuria umana che siano, questa volta è garantito tirare un sospiro di sollievo: le scosse, che dal Vesuvio si sono propagate nelle aree contigue, non si sono rivelate essere foriere di una probabile eruzione.

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I caratteri dell’evento sismico di questa notte

Erano le 23.58 e la scossa, con un epicentro a cinquanta metri al di sotto del cratere, ha messo in allerta l’Osservatorio Vesuviano. È stata una notte di paura, ma, probabilmente, solo per gli studiosi: la magnitudo 2 della scala Ritcher, fortunatamente, non ha turbato il sonno o la quiete dei napoletani. A rassicurare sulla natura dell’accaduto anche la direttrice dell’Osservatorio Francesca Bianco: la studiosa spiega che, nelle dinamiche dell’attività del vulcano partenopeo, eventi di questo genere sono del tutto comuni: avvisata la protezione civile e la Prefettura di Napoli, si procede con lo studio attento del fenomeno nei laboratori. Questo è l’incessante lavoro che operano  l’Osservatorio, sito sul Colle del Salvatore, tra Ercolano e Torre del Greco, che vanta anche il titolo di più antica istituzione pubblica per la ricerca vulcanologica. Vale la pena seguirne un po’ più da vicino l’attività, che, del resto, non è circoscritta al solo monitoraggio del Vesuvio. Il loro raggio d’azione si estende sullo studio dell’area dei Campi Flegrei, di Ischia e di Stromboli.

Terremoto Vesuvio: n resoconto delle ultime analisi effettuate

Gli eventi sismici registrati nel mese di aprile dai tecnici dell’Osservatorio sono stati ben 94. Sono state annotate nel bollettino dello stesso mese tutte le potenziali variazioni riconducibili all’attività del Vesuvio: le registrazioni di mareografi e le misurazioni dei clinometri dell’inclinazione rocciosa non riportano l’esistenza di alterazioni e deformazioni che rimandino all’attività vulcanica.

Sono state esaminate anche le fumarole sul perimetro del bordo del cratere: ancora una volta, le analisi geochimiche non hanno evidenziato particolari variazioni. Unico dato rilevante, quello fornito dalla telecamera termica: nonostante passati decrementi della temperatura, le aree prese in esame hanno svelato un aumento della temperatura. Insomma, il rischio di eruzione sembra essere, fortunatamente, ancora lontano, ma gli addetti ai lavori restano vigili su ogni piccolo cambiamento.

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