Dopo aver lanciato online la nuova versione del portale del partito solo qualche mese fa, si è passati alla fase due del progetto: colmare il gap con i competitor per quanto riguarda il mondo della rete. Un sondaggio dell’Ipsos, relativo a luglio 2011, fotografava una situazione tutt’altro che incoraggiante: il 70% degli elettori del centrodestra o non si connette alla rete o non è minimamente interessato ai contenuti politici (16%).
Per tornare ad essere competitivi sul piano della comunicazione, vero cavallo di battaglia da quel famoso video del 1994 che tanto ha cambiato la politica italiana, era necessario un investimento significativo di risorse ed energie; oltre che un radicale cambio di mentalità.
E’ da queste premesse che nasce la “Political Digidal Academy”, la scuola permanente di comunicazione firmata Popolo delle libertà. Agli scolari-militanti, previa sottoscrizione della “Carta dei Valori” stilata da via dell’Umiltà, è offerta l’opportunità di “approfondire i temi della politica e del digitale migliorando al tempo stesso la presenza sul web e le capacità di comunicazione politica online.”
[ad]La didattica si divide tra online ed offline, con lezioni fisiche e contributi scaricabili da casa, dopo essersi registrati alla piattaforma.
“20 consigli per un blog di successo”, “come dovrebbe essere il sito di un politico?”, “tutto quello che dovete sapere per creare un video di successo” e molti altri post guidano gli studenti alla scoperta del magico mondo della comunicazione online. Una miniera di informazioni che dovrebbe aiutare il PDL a creare una nuova generazione di militanti di ogni età capaci di trasferire i temi delle future campagne elettorali anche sulla rete.
L’operazione di aggiornamento al web 2.0, oltre ad essere rivolta alla base del partito, coinvolge anche deputati e senatori, ai quali sono stati dedicati i primi tre incontri frontali del corso, con la partecipazione di Marco Montemagno (il conduttore di IoReporter su Sky TG24).
Un progetto – questo – partito da poco meno di tre mesi, un tempo ancora relativamente breve per capire se sarà in grado di produrre i risultati sperati. Sicuramente è il segnale che conferma il cambio di mentalità invocato dal segretario Alfano e dal responsabile internet Antonio Palmieri e la genesi di una nuova “sensibilità digitale“ che molto spesso è mancata ai politici di tutti gli schieramenti. Una nuova strategia che si dovrà misurare, già a partire dalle elezioni amministrative, con l’imprevedibile complessità del mondo della rete.