Sondaggio Demopolis: grande distacco tra PD e M5S, Forza Italia al 14%
L’ultimo sondaggio Demopolis rientra nel consueto Barometro Politico, che ogni mese rileva le intenzioni di voto degli Italiani e mostra così l’evoluzione del consenso mostrato dai cittadini. Anche a Luglio continua il singolare momento positivo del PD, che non smette di crescere e raggiunge il 44%. Come sappiamo, il Partito Democratico ha visto nell’ultimo anno un’impennata di consensi che non può non essere associata alla leadership di Matteo Renzi, che ha vinto le primarie a Dicembre segnando la svolta per il suo partito.
Il trend di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle sembra invece procedere al contrario: partite entrambe dal 23% all’inizio dell’anno, la loro popolarità si è erosa con l’avanzare di quella del PD di Renzi, portando il M5S al 19% di oggi dopo il 21% riscontrato alle Europee, e Forza Italia inabissata al 14% con un calo di quasi tre punti dopo le ultime elezioni.
Oggi tra il primo partito (PD) ed il secondo (M5S) esiste un distacco in termini di consenso difficilmente confrontabile con un altro momento della storia Italiana: negli ultimi vent’anni, il record nel vantaggio sul secondo partito era detenuto da Forza Italia, che alle politiche del 2001 distanziava i DS di 12 punti percentuali. Oggi il PD supera il Movimento 5 Stelle di 25 punti, aumentando ulteriormente il proprio vantaggio rispetto alle ultime elezioni europee.
Il partito che, al di fuori dei tre principali schieramenti, sembra guadagnare consenso è Lega Nord, che con la guida di Matteo Salvini sta uscendo dal periodo nero dell’anno scorso e, indirizzandosi su obiettivi diversi e più proficui come la lotta all’UE e abbandonando almeno momentaneamente la questione settentrionale, riesce a raggiungere il 6,5%. Il Nuovo Centrodestra di Alfano mantiene invece il suo 4% senza riuscire a sfondare, ed è seguito da Fratelli d’Italia-AN che ottiene il 3,2%.
Le cifre ottenute oggi dai partiti non possono però considerarsi immutabili, soprattutto alla luce della tendenziale mobilità dell’elettorato Italiano: solo sei anni fa una percentuale minima di elettori votò in maniera differente rispetto alle elezioni precedenti (stiamo parlando delle politiche di 2008 e 2006), e se la quota di elettori mobili è aumentata nel 2013, l’incremento è continuato anche nel 2014, per cui alle Europee il 45% degli elettori ha votato diversamente rispetto alle politiche di un anno prima. Il rimbalzo di voti tra il 2013 ed il 2014 ha avvantaggiato prima il Movimento 5 Stelle ed ora il PD, ma è difficile dire quali saranno i cambiamenti futuri con un elettorato così mobile e con così tante scelte importanti sul tavolo del Governo.