Sì dell’Aula della Camera al decreto legge che prevede rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dei diritti umani ed in ottemperanza alla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia per la situazione delle carceri . Il testo, approvato a Montecitorio con 305 voti a favore, 110 contrari e 30 astenuti, passa al Senato.
REAZIONI – “Una follia da repubblica delle banane. Un paese che dà la paghetta ai criminali non è un paese nè normale, nè civile”. Così il deputato leghista Nicola Molteni ha bollato il cosiddetto decreto detenuti, a cui la Lega ha opposto tre giorni di ostruzionismo e una mobilitazione iniziata ieri davanti a Montecitorio e culminata oggi in aula col lancio di finte banconote, a simboleggiare “il vergognoso sperpero di denaro pubblico di un governo che pensa solo ai criminali e ai clandestini”.
Diversa la posizione del Pd che, per bocca di Walter Verini, difende il provvedimento: “Oggi abbiamo approvato un provvedimento di civiltà, grazie al quale l’Italia eviterà sanzioni di centinai di milioni di euro decise dalla Corte europea dei diritti per la condizione inumana e degradante delle nostre carceri. Le norme sono equilibrate e non consentiranno sconti a chi è responsabile di reati ad elevata pericolosità sociale, di corruzione, concussione e peculato, e nega anche la possibilità di pene domiciliari a chi non ha una residenza adeguata”.
“Abbiamo sentito molti comiziacci e molte bugie da parte di chi vuole presentare queste norme come un modo per svuotare le carceri: altro che svuota carceri, questo ed altri provvedimenti ai quali governo e parlamento stanno lavorando insieme, soprattutto quello sulla riforma della custodia cautelare, vanno incontro all’esigenza di dare all’Italia un sistema avanzato di norme per coniugare sicurezza e reinserimento sociale di chi commette reati”.
COSA PREVEDE IL DL – Indennizzi ai detenuti sottoposti a trattamento inumano e stretta sulle misure cautelari. Per compensare la violazione della Convenzione sui diritti dell’uomo, se la pena è ancora da espiare è previsto infatti un abbuono di un giorno ogni dieci passati in celle sovraffollate. A chi è già fuori andranno invece 8 euro per ogni giornata in cui si è subito il pregiudizio. La richiesta, in questo caso, va fatta entro 6 mesi dalla fine della detenzione. Da qui al 2016 per i risarcimenti saranno disponibili 20,3 milioni di euro.
Stretta su carcere preventivo. Divieto di custodia cautelare in carcere in caso di pena non superiore ai 3 anni. In altri termini, se il giudice ritiene che all’esito del giudizio la pena irrogata non sarà superiore ai 3 anni, per esigenze cautelari potrà applicare solo gli arresti domiciliari. La norma non vale però per i delitti ad elevata pericolosità sociale (tra cui mafia e terrorismo, rapina ed estorsione, furto in abitazione, stalking e maltrattamenti in famiglia) e in mancanza di un luogo idoneo per i domiciliari. Viene ribadito invece il divieto assoluto (norma già esistente) del carcere preventivo e dei domiciliari nei processi destinati a chiudersi con la sospensione condizionale della pena. Chi trasgredisce ai domiciliari, peraltro, va in carcere.
Benefici minori a under 25. Le norme di favore previste dal diritto minorile sui provvedimenti restrittivi si estendono a chi non ha ancora 25 anni (anziché 21 come oggi). In sostanza, se un ragazzo deve espiare la pena dopo aver compiuto i 18 anni ma per un reato commesso da minorenne, l’esecuzione di pene detentive e alternative o misure cautelari sarà disciplinata dal procedimento minorile e affidata al personale dei servizi minorili fino ai 25 anni. Sempre che il giudice, pur tenendo conto delle finalità rieducative, non lo ritenga socialmente pericoloso.
Più magistrati di sorveglianza e polizia penitenziaria. Qualora l’organico sia scoperto di oltre il 20% dei posti, il Csm in via eccezionale (riguarda solo i vincitori del concorso bandito nel 2011) destinerà alla magistratura di sorveglianza anche i giudici di prima nomina. È anticipata al 31 luglio la scadenza del commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria.
Crescerà inoltre di 204 unità l’organico della polizia penitenziaria, con un saldo finale che vedrà meno ispettori e più agenti. Giro di vite su comandi e distacchi del personale Dap presso altri ministeri o amministrazioni pubbliche, per due anni saranno vietati.