“Piaccia o non piaccia le riforme le faremo”. Suonano come un grido di battaglia le parole del premier Renzi in uno dei giorni più duri per il suo esecutivo. A Palazzo Madama i capigruppo di maggioranza hanno annunciato l’applicazione della tagliola alla discussione sulla riforma del Senato. Ma Renzi non si dimostra preoccupato e rilancia: “In Italia c’è sempre un gruppo di persone che dice no. E noi, senza urlare, diciamo sì”. In un’intervista al Corriere della Sera, il presidente del Consiglio si dice determinato ad andare avanti sulla strada delle riforme: “Loro pensano di farci innervosire, di farci diventare polemici, di farci mollare. Io non mollo. Non mollo”, assicura Renzi riferendosi all’ostruzionismo delle opposizioni, con in testa il M5S. “Vado avanti dritto. Gli italiani hanno detto con il voto di maggio ‘Renzi, cambia il Paese'”, ricorda il premier rivendicando il 41% dei consensi ottenuto dai dem alle europee dello scorso 25 Maggio. “E secondo lei mi basta una qualche minaccina o una forma di ostruzionismo? – dice Renzi rivolgendosi al giornalista – Io devo cambiare la giustizia, il Fisco, le infrastrutture, la riorganizzazione del Paese e secondo lei mi faccio impaurire da un senatore che minaccia come Scilipoti? Le sembro uno che si preoccupa della minaccia di Scilipoti?”, domanda retorico il premier.
Se il cammino delle riforme si fa, giorno dopo giorno, sempre più impervio, cattive notizie arrivano anche dal fronte dell’economia. Tutte le stime sul cui il governo aveva scommesso per il rilancio dell’Italia nel primo semestre del 2014 sono al ribasso. Un duro colpo per il Presidente del Consiglio, che ha sempre ribadito che le priorità, oltre alla revisione dell’architrave costituzionale, sono crescita e lavoro. “La nostra priorità è il lavoro – ricorda il premier – ma le statistiche, credo, inizieranno a migliorare solo dal 2015”. Nell’intervista al Corriere, Renzi è cautamente realista sui valori di Pil e disoccupazione. Una situazione, quella dell’esecutivo, che si fa sempre più precaria. Stretto tra la morsa della materia economica e dall’ostruzionismo in Parlamento sulle riforme, Renzi non sottovaluta l’avversario Berlusconi. Bolla l’assoluzione del leader Fi come “assolutamente irrilevante”. “Le riforme non dipendono dai processi penali di Silvio Berlusconi. Il primo a dirlo è stato Silvio Berlusconi”, ricorda il premier che, in caso di scontro alle elezioni con l’ex Cavaliere, assicura: “È chiaro che se Berlusconi si candidasse contro di me farei di tutto per sconfiggerlo”.
Intanto dal premier Renzi arriva anche una stoccata rivolta alle opposizioni a proposito del tetto sulle retribuzioni per i dipendenti di Camera e Senato, fissato ieri a 240 mila euro annui. “Non mi stupiscono privilegiati che contestano norma su tetto 240mil€. Mi stupiscono le opposizioni che si schierano con loro #madovevivono”. E ancora, a proposito dell’ostruzionismo in Aula: “perché le opposizioni urlano? di cosa hanno paura? del voto degli italiani? #noalibi”.
Non mi stupiscono privilegiati che contestano norma su tetto 240mil€. Mi stupiscono le opposizioni che si schierano con loro #madovevivono
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 25 Luglio 2014
Carmela Adinolfi