Liberato è un detenuto di Nisida? La tesi si fa strada

Pubblicato il 16 Maggio 2018 alle 10:55 Autore: Antonella Cariello
Concerto Liberato Napoli: chi è il cantante?

Liberato è un detenuto di Nisida? La tesi si fa strada

La tesi è stata avanzata dallo youtuber dal nick, che denuncia le origini inconfondibilmente napoletane, IutuBBer Diego attraverso un video pubblicato sul suo canale e che ha fatto il giro della rete in poche ore. Lo youtuber mostra, con un’efficace e plausibile chiave di lettura, tutti gli elementi che ricondurrebbero a dare per fondata la sua teoria, che scioglierebbe in maniera impeccabile il mistero sull’identità del cantante.

Liberato: i punti trattati dallo youtuber a favore della sua tesi

Diego Laurenti, alias IutuBBer Diego, sarebbe stato illuminato la sera del famoso concerto tenutosi sul Lungomare, il 9 maggio 2018. Il cantante si era presentato sul palco in arrivo da una piccola barca, scortata da un’altra che ospitava invece degli agenti di polizia. Liberato, anzitutto, sarebbe partito dalla piccola isola di Nisida, che ospita l’Istituto Penale Minorile di Napoli.

Nel concerto del 9 maggio a Napoli non ha svelato l’identità, resta il mistero. Il racconto della giornata

Bisogna precisare, però, a onor di cronaca, che secondo alcune fonti, il gommone sarebbe partito da una spiaggia in località Posillipo. La presenza della scorta, per altro è predisposta non solo nell’accompagnamento dei detenuti in qualche particolare situazione di sortita autorizzata, ma viene predisposta ogni qualvolta lo si ritenga opportuno

I riferimenti al penitenziario risiederebbero anche in alcuni gesti di Liberato, come il suonare la sirena a manovella all’inizio e alla fine del concerto (e anche in alcuni frame dei videoclip): sarebbe un rimando al segnale dell’evasione nelle carceri. Anche nei testi delle ulteriori conferme: . Quando canta “la voce di una sirena quando stavo insieme a te”, con la sirena in sottofondo, sembra ricalcare la scena di un manipolo di poliziotti che lo colgono in flagrante, e il cantante che, professando la sua innocenza, tenta di giustificarsi con la sua ragazza. (Nella stessa Gaiola portafortuna il cantante intona dei versi che più volte sembrano un tentativo di scagionarsi da un’accusa, come “Je t’ o giuro ca nun so’ stato je”, o ancora “Nun ‘o faccio cchiù/ Je t’ o giuro” ). Intostreet invece si apre a più strade interpretative, intese come il ritrovarsi in mezzo ad una situazione scomoda, oppure come dentro un luogo stretto, angusto, descrizione perfettamente rispondente a una cella di prigione.

Liberato: nomen omen

Altro chiaro riferimeto, il nome che il cantante (o i ragazzi detenuti coinvolti in questo progetto collettivo) ha adottato: Liberato. A suggellare la liberazione data, in prima istanza, dalla musica, spiega Diego. Magari un assaggio della libertà dopo aver scontato la pena, che, in parte, l’impegno verso la musica gli sta permettendo di pregustare.

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L'autore: Antonella Cariello