Pint of Science: il festival che porta ricercatori e studiosi al bar con te
Molto spesso ci chiediamo cosa facciano i ricercatori e gli studiosi chiusi nei loro laboratori. Il più delle volte giungiamo alla conclusione che stanno lavorando a qualcosa di oscuro e complicato. Questo perché chi non lavora o studia negli ambiti scientifici più complessi pensa di non poter capire assolutamente nulla. Pint of Science è un festival che porta gli studiosi e i ricercatori nei bar e nei pub di diverse città del mondo a spiegare i temi scientifici più trend del momento. Il format si svolge in contemporanea mondiale con 21 nazioni tra cui Regno Unito, Francia, Spagna, Belgio, Russia, Australia, Thailandia, Brasile, Canada, Messico e Sud Africa. Ma in cosa consiste questa iniziativa? Dove nasce e a che scopo? Abbiamo seguito dal vivo l’evento dell’area metropolitana di Napoli e vogliamo raccontarvelo.
Pint of Science: la storia e lo scopo
L’idea nasce nel 2012 da Micheal Motskin e Praveen Paul, due ricercatori dell’Imperial College di Londra. La prima bozza di evento fu chiamata “Meet the researchers” (Incontra i ricercatori), l’iniziativa dava la possibilità ad alcuni malati di Alzheimer, Parkinson, malattia del motoneurone e Sclerosi Multipla di poter accedere ai laboratori e vedere quale tipo di ricerca facessero gli studiosi. I due ricercatori pensarono poi di portare i temi e i ricercatori stessi fuori dai laboratori a parlare tra la gente. La prima edizione di Pint of Science arriva nel 2013 e incontra un successo strepitoso. Lo scopo del festival è quello della condivisione della conoscenza e delle nuove frontiere della ricerca. Il fine è quello di cambiare la visione secondo la quale i ricercatori sono cervelloni rinchiusi in laboratori per lavorare a chissà quale progetto. La ricerca e l’innovazione nasce da esigenze concrete per rispondere a domande quotidiane.
Pint of Science Italy: dalla prima edizione italiana a oggi
“Nunc est bibendum” che tradotto significa “Ora bisogna bere” potrebbe essere un motto calzante. Bere e in particolare bere birra è una delle attività che giovani e meno giovani fanno con grande piacere. Unire al piacere della birra la conoscenza e la scienza può sembrare apparentemente una impresa ardua, in realtà tutto è riuscito con estrema facilità. La prima edizione italiana arriva nel 2015, presente in 6 città, ha coinvolto 60 speakers e 2400 persone. L’anno successivo i numeri si sono raddoppiati con 13 città ospitanti e 5.000 persone come pubblico. Una crescita esponenziale ha portato quest’anno ad avere 23 città italiane presenti nel programma di Pint of Science 2018 con un totale di 70 pub coinvolti, 207 ricercatori e studiosi e un corpo di 150 volontari.
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Pint of Science Napoli: la scienza in fermento
Come vi abbiamo già accennato, abbiamo seguito l’iniziativa sull’area metropolitana di Napoli soffermandoci in particolare a Pompei la quale città si è confrontata col tema dell’archeologia e non solo. A Napoli sono stati circa 5 le diverse location dove si è svolto il festival, le discipline sono state molteplici: chimica, fisica, sociologia, archeologia, biologia, astronomia. Il coordinatore è Vincenzo Benessere, dottorato in chimica metallorganica e tesi in “Green Chemistry”.
Pint of Science Napoli: a Pompei archeologia e storia della birra
A Pompei la concentrazione è stata rivolta all’archeologia ma non solo. Una tre giorni che si è aperta il 14 maggio e si chiuderà questa sera nel PUB 27, locale presente in città. Aver fatto parte del team degli organizzatori è stato illuminante. Il 14 maggio sono stati nostri ospiti due ricercatori: Michele Stefanile dell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” con il tema dell’archeologia subacquea e Caterina de Vivo fondatrice di Made in Culture, archeologa che ha trattato di “Miti e leggende del patrimonio artistico e culturale e la sua gestione”. Il 15 maggio invece è stato trattato il tema del restauro, della conservazione e di come si comunica il patrimonio artistico e culturale. Tra gli ospiti: Astrid D’Eredità, studiosa presso l’Istituto Superiore per la conservazione ed il restauro” e archeologa, affiancata da Emanuele Ambrosino, pubblican, che ha spiegato la storia della birra e i suoi stili.
Pint of Science Napoli: chimica e fisica al centro dell’ultima serata nell’antica Pompei
Nell’ultima serata, nella città archeologica di Pompei ci sarà la fisica e la chimica. Si discuterà di “Gomme e pneumatici, vecchi materiali da fonti rinnovabili” con David Lamparelli dell’Università degli studi di Salerno a seguire “Supercondensatori, accumulatori di energia del futuro” con Achille Damasco dell’Università “Federico II” di Napoli. E per finire Antonio Stanziola dell’Imperial College di Londra con il tema “Osservare il corpo umano con suoni e bolle”.
Francesco Somma
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