C’eravamo tanto amati… Politicamente parlando, si intenda. E’ questo il pensiero di fondo di Mara Carfagna circa il futuro del centrodestra. E Berlusconi, ancora una volta, sarà fondamentale. La deputata di Forza Italia, intervistata dal Corriere della Sera, ha un obiettivo: riunire il centrodestra dopo i vari scismi che lo hanno colpito. Il male originale fu Fini, poi il più recente di Angelino Alfano, che ha fondato il Nuovo Centrodestra unendosi al Pd nella formazione di Governo (prima Letta, adesso Renzi).
Col crescere di Renzi, secondo la Carfagna “la riunificazione del centrodestra non è più rinviabile. È una necessità, ormai”. E va fatta “subito. Dobbiamo avviare un tavolo di consultazione permanente sul programma. Dal fisco al lavoro, dall’immigrazione ai temi eticamente sensibili”.
Sulle resistenze interne ad alcuni movimenti circa il soggetto unico, l’ex Ministro delle Pari Opportunità sostiene come “chi si oppone alla riunificazione è settario e farebbe meglio a restare a coltivare il proprio orticello. Noi vogliamo tornare a incarnare le ambizioni politiche del popolo moderato e per farlo dobbiamo costruire un’offerta politica credibile e maggioritaria”, anche perché, seppure Renzi abbia ottenuto quasi il 41%, “non dimentichiamo che la metà degli italiani non è andata a votare”.
La leadership di Berlusconi, poi, non si tocca: nemmeno dopo la condanna per frode fiscale. “Non si può prescindere da Silvio Berlusconi”, conferma Carfagna. “Il leader incontrastato di Forza Italia e di tutto il centrodestra è ancora lui. Io credo che sia lui a dover individuare le tappe di un percorso comune che ci porti a trovare una sintesi e un candidato premier”. Tuttavia la deputata aggiunge una postilla: “Sempre che, come tutti noi speriamo, la Corte di Giustizia europea lo riabiliti restituendogli quella possibilità di candidarsi che la sentenza di Mediaset e la legge Severino gli hanno sottratto ingiustamente”.
Qualora tutto andasse liscio, nondimeno Berlusconi dovrà confrontarsi con l’elettorato, e quindi primarie: “Sono a favore delle primarie di coalizione. E anche Berlusconi si è mostrato d’accordo. Un centrodestra moderno non può e non deve avere paura di aprirsi al giudizio del proprio popolo”.
Riunire il centro destra intorno a Berlusconi è un obiettivo ambizioso che, però, resta funzionale “per arginare il renzismo”. E per chiudere le spinte centripete serve attaccare la fronda interna, quella capeggiata da Raffaele Fitto e che, dopo l’incontro con Berlusconi, sembra essersi riavvicinata al nucleo berlusconiano. Carfagna, spesso accostata al nome di Fitto, è netta: “Vorrei fare chiarezza una volta per tutte. Io non sono mai stata iscritta a una fronda contro Berlusconi”.
“C’era semmai un dibattito, perché nei partiti si discute su come selezionare la classe dirigente, su come individuare i candidati a sindaco, a governatore. Comunque sia dopo l’assoluzione, che ha ripristinato verità e giustizia, Forza Italia è un partito molto più sereno. Abbiamo vissuto momenti di ansia che, per fortuna, sono alle spalle. Abbiamo ancora con noi l’uomo in grado di fare la sintesi”. Una sintesi che anni addietro fu rifuggita (si pensi alla cacciata di Fini a metà 2010), mentre oggi sembra la base per ripartire.