“Mai avrei immaginato che la Camera votasse così”. Lo sfogo amaro – riportato dal ‘Corriere della Sera’ – è di Giancarlo Galan, dopo il via libera concesso dalla Camera dei Deputati al suo arresto per il coinvolgimento nella vicenda Mose. E aggiunge: “Dopo tutto questo ho chiuso con la politica, non ne voglio più sapere niente”.
DELUSO MA NON A PEZZI – Giancarlo Galan, rinchiuso da due giorni nell’istituto clinico del carcere di Opera, è deluso ma non a pezzi. Come sottolineato anche da Daniela Santanché, che è andata ad incontrarlo in carcere: “Forte e combattivo come sempre, non si dà pace per quello che è successo. Non se ne fa una ragione”.
TRISTEZZA – Nell’attesa di ricevere qualche libro, come da sua richiesta, sfoglia le pagine dell’ordinanza dei magistrati. Senza nascondere l’amarezza per la sua situazione e per gli eventuali riflessi sulla sua famiglia: “Sono molto preoccupato per come possano vivere questa situazione”. Sulle implicazioni politiche, emerge la tristezza: “Ho lasciato tutto per la politica, la mia carriera professionale, la mia vita privata e questo è il modo in cui vengo ripagato”. E aggiunge: “Ho intrapreso la carriera politica su spinta di Berlusconi. Ci ho creduto. Ma mai avrei pensato di finire schiacciato da questa macchina”. E ammette, con un certo pentimento, di non aver valutato eventuali vie di fuga: “se avessi avuto sentore che una vicenda del tutto immotivata come questa mi sarebbe arrivata addosso mi sarei candidato alle Europee”, confidando magari nell’immunità. Venerdì l’ex ministro sarà di fronte al gip che lo sentirà per la rogatoria nell’interrogatorio di garanzia.
NON RISPONDE AI PM – L’ex ministro Giancarlo Galan, da quanto si è saputo, non ha risposto alle domande del gip di Milano nell’interrogatorio di garanzia ma attraverso i suoi legali ha depositato una memoria difensiva scritta di suo pugno con allegata numerosa documentazione anche relativa alla ristrutturazione della sua villa e ai conti correnti.
Emanuele Vena