Yatseniuk si dimette, Ucraina verso elezioni anticipate
Arseniy Yatsneiuk, brillante economista di 40 anni divenuto capo del governo che si è formato in seguito alle proteste di Piazza Maidan, ieri si è dimesso insieme al resto del suo esecutivo. L’annuncio è arrivato, ha rilevato lo stesso premier, a causa della rottura della coalizione parlamentare che lo sosteneva. Infatti sia il partito Udar (Alleanza democratica per le riforme) dell’ex pugile Vitaly Klitschko sia i nazionalisti di Svoboda hanno abbandonato l’alleanza di governo. Il Parlamento, che è ancora quello eletto nel 2012 quando Presidente era Yanukovich, ha espresso parere negativo su due importanti proposte di legge: una prevedeva degli incrementi fiscali per l’aumento (anche e soprattutto) delle spese militari, l’altra invece voleva consentire l’ingresso di imprenditori stranieri nelle quote dei gasdotti ucraini.
“Adesso non so come pagare lo stipendio di poliziotti medici e insegnanti – ha detto Yatseniuk con tono palesemente polemico nei confronti dei deputati della Rada – così non ci saranno soldi per comprare un fucile o per fare il pieno a un veicolo corazzato, non siete riusciti a prendere la decisione che ci avrebbe permesso di riempire i depositi di gas per l’inverno e sottrarci alla dipendenza del gas russo”. Il Capo dello Stato Petro Poroschenko ha rilevato che questa situazione indica che “alcuni deputati sono legati alla gente che chiede un vero rinnovamento delle istituzioni del paese”.
In ogni caso toccherà sempre ai deputati approvare quanto prima delle proposte di legge importanti per il finanziamento delle operazioni contro i separatisti filorussi dell’Est ucraino ma anche necessarie per incassare gli aiuti finanziari internazionali (17 miliardi dal Fondo Monetario Internazionale). Il clima da campagna elettorale che si sta diffondendo dalle parti di Kiev potrebbe impedire l’approvazione di leggi tanto importanti quanto manifestatamente “impopolari”.
Secondo la legge vigente in Ucraina, il Presidente della Repubblica è obbligato a sciogliere il Parlamento se non si forma una nuova coalizione nei prossimi 30 giorni. La creazione di una nuova coalizione tuttavia è esclusa dai media ucraini perché, come rileva il Kyiv Post, significherebbe che il Partito di Yulia Tymoschenko, quello dell’ex Presidente Yanukovich (Partito delle Regioni) e il Partito Comunista non solo dovrebbero convivere ma anche votare compatti. Inoltre lo stesso Yatseniuk ha dichiarato la propria indisponibilità a condurre dei colloqui con questi due partiti.
Il Partito delle Regioni ma soprattutto i comunisti in questo momento sono indagati dal tribunale della capitale per “aver sostenuto l’annessione russa della Crimea” e per aver partecipato alla creazione delle “autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk”. Difficile che dal canto loro due partiti si dicano disponibili a collaborare con le autorità vicine al popolo di Euromaidan. In particolare i membri del partito comunista sono al centro di una campagna di denigrazione e violenza, non solo verbale e mediatica, da parte delle altre forze politiche. Sono 308 i procedimenti giudiziari aperti contro membri del partito, oltre ai provvedimenti legislativi volti a eliminare il partito dalla scena politica ucraina.
Molto probabilmente si andrà alle elezioni a fine ottobre, sicuramente non prima della fine di settembre. Ma ancora non è chiaro con quale legge elettorale si andrà alle urne. Visto che i seggi della Crimea non dovranno più essere “riempiti”, è probabile una diminuzione dei deputati. Probabile che a ricoprire il ruolo di primo ministro ad interim sarà Volodymir Groysman, attualmente ministro delle Politiche Territoriali e Sindaco di Vinnytsia, città di 370mila abitanti nell’Ucraina centro-occidentale.