Governo M5S-Lega: nomina ministri. Mattarella può guidare la scelta. Articolo 92
Governo M5S-Lega: nomina ministri. Mattarella può guidare la scelta. Articolo 92
Non solo sulla scelta del premier. Non è da escludere che il presidente della Repubblica dica la sua anche sulla nomina dei ministri del nuovo governo. Una prerogativa che la Costituzione attribuisce al Capo dello Stato pur riconoscendo un ruolo di proposta del presidente del Consiglio incaricato. E che potrebbe rendersi necessaria se non ci fosse intesa su i nomi tra (o con) Lega e Movimento Cinque Stelle. È, infatti, cosa nota, che il Capo dello Stato punti ad un esecutivo neutrale, con profili tecnici nei dicasteri chiave. Vediamo come Mattarella potrebbe guidare la scelta.
Governo: cosa dice l’articolo 92
Recita la Costituzione:
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i Ministri.
Nella nomina dei ministri, dunque, si ha un concorso paritario tra il nuovo premier ed il Capo dello Stato, spiegano i manuali di diritto costituzionale. Un concorso, in cui, comunque, il presidente della Repubblica può esercitare un potere discrezionale più o meno ampio.
A ricordarlo è la fondazione Openpolis, che ha analizzato i diversi poteri di nomina in capo all’inquilino del Quirinale. La nomina dei ministri, si legge in un dossier di gennaio 2017, “rientra tra i poteri del presidente della Repubblica definiti complessi”. In opposizione a quelli formali, vale a dire la nomina di alcuni funzionari statali. E a quelli esclusivi e sostanziali, ovvero la scelta dei giudici costituzionali e dei senatori a vita.
Governo 2018: la carta di Mattarella
La discrezionalità del Capo dello Stato “dipende molto dal contesto politico e parlamentare”. Che, nel caso di una maggioranza salda, si traduce in una “scelta obbligata”. Mentre, in quello di una situazione di stallo, in una scelta “condizionata dalla necessità di ottenere un voto favorevole dal parlamento”.
Dopo la scelta dei due mandati esplorativi ai presidenti delle Camere, dunque, Mattarella potrebbe giocare questa carta.
Tutto ciò, chiaramente, sempre che gli elettorati dei due partiti diano il placet al contratto di governo. Ieri, dalla p
Piattaforma Rousseau è arrivato l’ok del Movimento Cinque Stelle. Oggi, invece, la palla è in mano ai leghisti, impegnati nei gazebo.