Sondaggi politici Noto: leghisti contrari a premier M5S
L’ultimo sondaggio di Noto per Quotidiano.net indaga l’opinione degli elettori leghisti e 5 stelle su alcuni snodi fondamentali dell’intesa Di Maio-Salvini. Era semplice da immaginare, vista la percentuale incassata dalla votazione avvenuta sulla piattaforma Rousseau: la stragrande maggioranza degli elettori del Movimento promuove il contratto per il “governo del cambiamento”. Nello specifico, secondo l’istituto, solo il 15% dei sostenitori pentastellati darebbe un voto negativo all’intesa; d’altra parte, il 75% si pronuncerebbe in modo favorevole allo stesso proposito.
Sondaggi politici Noto: leghisti contrari a premier M5S
La rilevazione di Noto si propone poi di approfondire la questione quando chiede al proprio campione leghista di pronunciarsi su alcune proposte particolari dell’accordo. Tuttavia, è soprattutto sulla possibilità che il premier appartenga a uno dei due partiti che si leggono i dati più interessanti.
Ora, non stupisce che gli elettori del Carroccio siano favorevoli ai “cavalli di battaglia” del proprio partito; forse, a sorprendere di più – data l’importanza del punto per la buona riuscita della “convivenza” con i 5 stelle – è la disapprovazione espressa sul “reddito di cittadinanza”. Infatti, Flat Tax, allargamento del diritto alla legittima difesa, stretta sull’immigrazione ottengono un consenso, in pratica, “assoluto”; la misura di sostegno economico proposta dai pentastellati, invece, trova la maggior parte dei leghisti contrari.
Inoltre, sempre secondo l’istituto di Antonio Noto, l’87% degli elettori del Carroccio è contrario alla nomina di un premier del Movimento mentre il 55% dei 5 stelle non vede di buon occhio un leghista a Palazzo Chigi. In pratica, gli elettorati di 5 stelle e Lega restano molto distanti, su temi e prospettive, come i rispettivi partiti d’altronde. D’altra parte, proprio oggi Di Maio ricapitolava “siamo due forze alternative; continueremo ad essere avversari alle elezioni locali come alle prossime politiche”.
Tuttavia, considerando l’approvazione dei 5 stelle riguardo al contratto – che prevede l’attuazione di tutte le misure che, pare, stiano più a cuore ai leghisti – si può ipotizzare, in base alla rilevazione di Noto, che le differenze siano passate in secondo piano di fronte alla possibilità di andare al governo.
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