Decreto competitività, fiducia sul maxi emendamento Boschi
Un’altra fiducia. L’ennesima. “La spinta alla crescita è ancora debole, sappiamo che c’è bisogno di rafforzarla” è la giustificazione del viceministro dello Sviluppo Economico Claudio de Vincenti che stamane ha presentato in aula il cosiddetto dl “Competitività” che nel pomeriggio ha ricevuto l’ok dell’Aula con 159 sì e un no. Un “omnibus” uscito ieri dalle commissioni Industria e Ambiente di Palazzo Madama con un unico fine: lo sviluppo. La questione di fiducia è stata posta dal governo sul maxi emendamento presentato subito dopo la discussione in aula dal ministro per le riforme Maria Elena Boschi. Il dl, ha spiegato il ministro aretino, “percepisce le modificazioni delle commissioni”. E dovrà camminare spedito, a tappe forzate. Perché il 22 agosto scade.
Dentro c’è di tutto: energia, tariffe elettriche, rifiuti, debiti della pubblica amministrazione, agricoltura, ambiente. Ma, sottolinea De Vincenti, “serve per dare spinta alla competitività del Paese e per rafforzare e dare vigore alla ripresa che è ancora incerta”. Il costo dell’energia, per esempio, “è un handicap alla competitività delle piccole e medie imprese” e per questo ridurlo “è un atto fondamentale per contribuire alla ripresa della competitività”. Oppure la questione Ilva: il decreto, spiega De Vincenti, “garantisce la traduzione in legge in tempi utili” delle norme che serviranno per “la continuità produttiva e per finanziare il Piano di risanamento”.
Diamo un’occhiata ai provvedimenti più importanti. Per quanto riguarda l’anatocismo è stata tagliata la norma sulla capitalizzazione degli interessi. Debiti della pubblica amministrazione: entro e non oltre il 31 agosto i creditori dovranno presentare istanza di certificazione. Nel campo delle ferrovie vengono regolati i pedaggi a seguito dell’aumento dell’energia elettrica, mentre per le bollette gli incentivi vengono di nuovo spalmati. Infine poste e rifiuti: per le prime si libera il pagamento dei 535 milioni di euro di crediti alle Poste Italiane e per i secondi, nel Lazio, il decreto attribuisce poteri speciali al governatore e ad uno dei sindaci sul territorio regionale. Altre norme riguardano anche il Sistri (sistema di tracciabilità dei rifiuti), l’Ace (aiuti per la crescita), la Cassa depositi e prestiti e il tetto agli stipendi dei manager pubblici.