Giuseppe Conte premier del Governo M5S-Lega, perchè si e no. Gli indizi.
Giuseppe Conte premier, sì o no? Le riserve si scioglieranno oggi, quando il nome definitivo sarà consegnato al Quirinale. Le ultime indiscrezioni riportano di un nome unico che Salvini e Di Maio porteranno da Mattarella. E questo nominativo potrebbe essere proprio quello di Giuseppe Conte, avvocato pugliese e docente di Diritto Privato all’Università di Firenze. Già scelto da Luigi Di Maio per la sua rosa di fantaministri dell’eventuale esecutivo 5 Stelle. A Conte sarebbe spettato il Ministero della Pubblica Amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia.
Da giovane il suo cuore batteva a sinistra, ma attualmente ha depositato le ideologie per sposare la causa dei bisogni primari dei cittadini. Né destra né sinistra, quindi, ma il Movimento 5 Stelle, per cui si è messo e continuerà a mettersi a disposizione. Tuttavia, sulla possibile premiership di Giuseppe Conte si registrano diverse correnti di pensiero. C’è chi pensa sia una ipotesi probabile e forse quasi sicura; e chi invece lo reputa solo un depistaggio.
Giuseppe Conte ha 54 anni. È Docente di Diritto Privato all’Università di Firenze, ma il suo curriculum formativo ha viaggiato in Europa e negli States: dalla Sapienza di Roma alle università di Yale e Duquesne; da Vienna a Parigi. Anche il suo curriculum professionale parla chiaro, essendo stato membro del CdA dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana); nonché componente dell’ABI, designato dalla Banca d’Italia. Uomo di punta dei 5 Stelle, tecnico rimasto superstite dalla rosa dei nomi usciti nei giorni scorsi, il nome di Conte è stato svelato esplicitamente da Sapelli, altro componente della rosa dei fantapremier.
Giuseppe Conte premier del Governo M5S-Lega: perché sì
Giuseppe Conte premier del nuovo governo M5S-Lega. Domani potremo leggere questo sulle prime pagine dei quotidiani e sulle home dei siti d’informazione politica e non. Un nome spuntato quasi a sorpresa all’inizio, sebbene facesse parte della rosa dei fantaministri voluti da Di Maio per un eventuale governo M5S prima del 4 marzo. Ma che a dispetto di tutti gli altri nomi ha dimostrato maggiore resistenza. Fino a far titolare già oggi le prime pagine dei giornali che è lui il favorito per Palazzo Chigi. Questo livello di resistenza potrebbe essere un motivo a suo favore. Salito di quota nei giorni scorsi, poi sceso a favore di altri nomi, ma sempre lì, nelle retrovie, a preparare il grande ritorno.
La sua linea politica ha comunque sposato l’impegno 5 Stelle, con i quali è d’accordo nel voler semplificare la Pubblica Amministrazione; nonché nella promozione di quella “cultura della legalità”, tema caro anche alla Lega. Dopo essere stato contattato una prima volta nel 2013 dai 5 Stelle, Conte sembra essersi interessato a studiare le dinamiche di questa forza politica, fino ad elogiarne “il senso delle istituzioni”. Il suo accordo con i 5 Stelle si integra anche nella volontà di abrogare tutte quelle leggi considerate “inutili”. Inoltre, altro tema che hanno in comune M5S e Lega, è quello di rivedere integralmente la riforma della Buona Scuola renziana, apertamente criticata dall’avvocato. Eppure, nonostante i punti in comune con l’esecutivo giallo-verde, ci sono diversi “ma” da risolvere.
Giuseppe Conte premier del Governo Lega-M5S: perché no?
Partiamo dagli elementi che sono usciti nelle ultime ore. Tra questi spicca la sua amicizia con Maria Elena Boschi, invisa a M5S e Lega. La notizia proviene da un articolo di Massimo Malpica sul Giornale, in cui si legge quanto segue. “Il professore fiorentino di adozione ha una curiosa medaglia nel curriculum, che non sembra andare d’accordo con le due parti che intendono governare il Paese. Conte, infatti, sarebbe uno stretto amico di Maria Elena Boschi. Proprio lei, l’ex ministro delle Riforme renziana, e poi sottosegretario alla presidenza con Gentiloni […]. Possibile che il premier del nuovo Governo sia proprio un amico della “odiatissima” Meb?”
E a proposito di banche, bisogna spulciare nel suo curriculum per vedere la sua designazione da parte della Banca d’Italia nella squadra dell’Arbitro Bancario Finanziario. Nulla di grave? E allora si deve tornare alle “amicizie”. Come scrive Antonio Fanna sul Sussidiario, “ngli anni 2010-2011 ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Agenzia Spaziale Italiana. […] Ma in quel 2010 governava Berlusconi e per poter occupare una poltrona all’Asi, peraltro senza competenze specifiche, un fiorentino aveva solo un tramite possibile. Non l’allora sconosciuta Maria Elena Boschi, bensì Denis Verdini; sempre in difficoltà con banche e Bankitalia e questo spiegherebbe anche il successivo incarico”.
Insomma, Maria Elena Boschi, Denis Verdini, le banche, l’appartenenza alla Sinistra (di cuore, almeno), fattori che cozzano un po’ contro la filosofia della Lega e del Movimento 5 Stelle. Resta poi un grande punto interrogativo: Conte è poco conosciuto dagli italiani. E, fatta eccezione per gli argomenti sui quali si è pronunciato, il suo pensiero sulle altre questioni è ancora poco noto. Consegnare la premiership a un uomo con scarsa (se non nulla) esperienza politica in un governo dove il programma congiunto promette fuoco e fiamme è il fattore primario che fa pensare a un depistaggio. Chissà, lo scopriremo solo in serata.