Nadia Toffa salta ancora Le Iene per la malattia. Come sta?
La questione Nadia Toffa ha scosso gli spettatori delle Iene fin dalla sua spiazzante dichiarazione nel corso della seguita trasmissione di Italia1. La iena aveva confessato che la sua assenza dal programma era dipesa da una diagnosi di cancro, estirpato a colpi di chemio e radioterapia che, oltre al peso, le hanno fatto perdere la sua caratteristica chioma biondo chiaro, rimpiazzata con una parrucca. Tra emozione e commozione, la giornalista aveva rivolto un appello rincuorante a tutti coloro che stessero combattendo la sua stessa battaglia. Oggi il pubblico, che ha tanto fidelizzato con le figure che accompagnano le serate davanti alla tivù, chiede ancora di lei in un accorato appello sui social.
L’atteso ritorno di Nadia Toffa in trasmissione non è stato ancora possibile
La puntata dello show in onda il 20 maggio era stata molto seguita soprattutto in virtù di un probabile ritorno della iena in trasmissione. Da oltre due settimane le complicazioni legate alla malattia la stanno tenendo occupata e lontana dallo studio 14 di Cologno Monzese, dove viene girato il programma. A condurre la puntata i colleghi Giulio Golia, Nicola Savino e Matteo Viviani. E’ stato proprio Savino a tranquillizzare gli spettatori preoccupati, dicendo che l’amata iena stava seguendo la casa la puntata, per riposarsi. In realtà la dichiarazione ha addirittura provocato l’aumento della preoccupazione sullo stato di salute della Toffa.
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L’inaspettato successo di Nadia Toffa premiata a sorpresa
Il presentatore ha anche reso partecipe il pubblico di una grande conquista di Nadia: la giornalista ha vinto il premio Luchetta per un servizio del 2017 sulla prostituzione minorile a Bari. Si tratta di un importante riconoscimento, conferito ogni anno dalla Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin, che insignisce periodicamente del Premio giornalistico Internazionale Marco Luchetta i reportage troppo spesso scartati dalla selezione delle notizie operate dalla stampa e dalla televisione. Il premio nasce in memoria di Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo, uccisi durante la guerra in Bosnia da una granata, nel 1994,
e del cineoperatore Miran Hrovatin, morto a Mogadiscio
assieme alla giornalista Ilaria Alpi.
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