Strage di Ustica: Itavia dev’essere risarcita dai ministeri

Pubblicato il 24 Maggio 2018 alle 09:56 Autore: Antonella Cariello
Strage di Ustica Itavia

Strage di Ustica: Itavia dev’essere risarcita dai ministeri

Nonostante le varie ipotesi formulate intorno a uno dei più grandi gialli della storia italiana, segnato in data 27 giugno 1980. Dopo l’incidente aereo, la compagnia di quel DC9, di cui oggi resta soltanto un relitto di oltre 2000 pezzi ricomposti e conservati nel Museo per la memoria di Ustica a Bologna, fallì. L’Itavia, infatti, era già pesantemente indebitata ben prima della strage di Ustica. Dopo gli eventi di giugno, il 12 dicembre 1980 ebbe il colpo di grazia con la definitva revoca del titolo di operatore aereo. A oggi, una svolta per l’ex compagnia aerea.

Cosa accadde nella strage di Ustica

Alle 20.08 di quel 27 giugno, 71 passeggeri stavano decollando dall’aeroporto Marconi di Bologna (altrimenti noto come Bologna-Borgo Panigale) diretti a Palermo. Il pilota del DC-9 si immette nell’aerovia Ambra 14, nella rotta per l’aeroporto di Punta Raisi di Palermo. Il responsabile del controllo del traffico aereo era l’aeroporto di Roma-Ciampino. L’arrivo a Palermo era previsto alle ore 21.13. Alla plancia di comando il modenese Domenico Edmondo Gatti avvisa via radio agli operatori di Roma che Ponza è stata superata. Viene poi chiamato per autorizzare la discesa su Palermo, ma non c’è modo di rintracciarlo. Il volo non risponde neppure alle chiamate di due velivoli dell’Air Malta. E non arriverà mai a destinazione.

Alle 21.25 scattano le operazioni di ricerca del bireattore della Douglas di cui si sono perse le tracce. Gli elicotteri pattugliano incessantemente l’area interessata ma solo alle prime ore del mattino individuano, diverse miglia a nord di Ustica, dei detriti in affioramento. Alle ore 9.00 inziano a venire a galla anche i corpi. 81 morti, ma solo 38 le salme ritrovate.

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Strage di Ustica: l’Itavia risarcita dai ministri

La corte suprema di cassazione ha condannato il ministero della Difesa e delle Infrastrutture che sarà tenuto al risarcimento della compagnia aerea a cui afferiva l’aereo della strage. I due ministeri, secondo la Cassazione, avrebbero dovuto tenere all’erta la cabina di pilotaggio per garantire la sicurezza del volo. Non si conoscono ancora i responsabili ma dal 1999 si da’ per certo che l’I-TIGI sia stato abbattuto dall’esplosione di un missile lanciato da un altro velivolo. L’ “omessa attività di controllo e sorveglianza della complessa e pericolosa situazione venutasi a creare nei cieli di Ustica” verrà a costare ai ministeri ben 265 milioni di euro.

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