Chi sceglie i ministri del governo italiano, cosa dice la Costituzione
Giuseppe Conte si avvia a diventare il nuovo Presidente del Consiglio, dopo aver ricevuto l’incarico da Sergio Mattarella. Il professore, come da prassi, ha accettato ‘con riserva’. E in queste ore sta procedendo alle consultazioni con i partiti politici, per sondare le possibilità di ottenere in Parlamento la fiducia. Conte poi tornerà dal Capo dello Stato per sciogliere la riserva e certificare l’esistenza di una maggioranza alla Camera e al Senato. Questa la strada, perfettamente inserita entro il perimetro di azione delineato dalla Costituzione. Tuttavia, la vera partita politica adesso si gioca sull’individuazione della squadra di Governo, frutto dell’intesa tra Lega e Movimento 5 Stelle.
Chi sceglie i ministri: l’articolo 92 della Costituzione
Sulla formazione del Governo, l’articolo 92 della Carta Costituzionale utilizza parole chiare e concise: “Il Presidente della Repubblica nomina Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”. Una formula che, nella realtà e nella storia della Repubblica, si è sostanziata in un processo complesso e articolato, che ha riti e forme ormai diventate imprescindibile prassi.
Chi sceglie i ministri : consultazioni, incarico, nomina
La fase preparatoria è quella che ha caratterizzato i circa 80 giorni succedutisi alle elezioni. Le ormai famose ‘consultazioni’, attraverso estenuanti tira e molla, fino alla quadra raggiunta tra Lega-5 Stelle. Questo l’accordo che ha sbloccato la situazione, portando all’individuazione di Giuseppe Conte, convocato poi da Mattarella ieri per ricevere l’incarico. E qui il cuore del problema su chi sceglie i ministri.
L’incaricato passerà dunque alla fase finale: sentite le forze politiche e attestata la reale esistenza in Parlamento di una maggioranza a sostegno del futuro Governo, Conte riandrà al Colle per sciogliere la riserva (salvo sorprese). È qui che il Presidente del Consiglio incaricato avrà facoltà di presentare al Capo dello Stato la lista dei ministri. Mattarella a questo punto, proprio per i dettami dell’articolo 92 della Costituzione, dovrà valutare le figure individuate. È una sua prerogativa, da attivare prima di procedere alle nomine proposte appunto dal Presidente del Consiglio.
Certo, raramente un Capo dello Stato ha posto veti ai ministri individuati da un incaricato. Ma i precedenti nella storia della Repubblica non mancano. Il più recente riguarda la nascita del Governo Renzi, anno 2014. Allora il leader del PD indicò per il dicastero della Giustizia il PM antimafia Nicola Gratteri. Ma il Presidente Giorgio Napolitano alzò un argine contro il magistrato, optando per il più garantista Andrea Orlando. Insomma, il numero uno del Quirinale ha piena facoltà di ‘rimandare al mittente’ alcune delle figure individuate per il Consiglio dei Ministri.
Certificate le caselle del Governo, si affronteranno gli ultimi passi: i decreti di nomina di Presidente del Consiglio e ministri. Il giuramento di questi ultimi alla Repubblica. Infine, entro 10 giorni, la presentazione del nuovo esecutivo in Parlamento per ottenere la fiducia. Così verrà dato il via alla XVIII legislatura.
Giancarlo Manzi