“Il programma dei cacciabombardieri F-35 è anche industrialmente un errore”. Giorgio Airaudo, responsabile nazionale Lavoro di Sinistra Ecologia e Libertà, liquida con una nota il programma F-35 su cui è previsto l’avvio, per la prossima settimana, di un nuovo dibattito parlamentare in aula. “Come Paese siamo passati dal partecipare a programmi in consorzio con altri partner europei al ruolo di fornitori di aziende Usa. Non abbiamo nessun ruolo nello sviluppo della tecnologia, siamo fuori dall’ingegneria e dalla progettazione”, denuncia Airaudo. “Una condizione di subalternità letale anche per tutta l’industria nazionale. Una scelta politica avventata, sproporzionata e non utile in materia di difesa e sicurezza, dal punto di vista dei costi e delle ricadute occupazionali e industriali. Un danno all’occupazione e al Paese”, prosegue nella nota il responsabile lavoro di Sel, che annuncia la visita di una delegazione del partito, per lunedì mattina, allo stabilimento dell’Alenia Aermacchi di Cameri, a Novara. L’azienda è la partecipata di Finmeccanica incaricata di produrre le ali dell’F35 Lightning II Joint Strike Fighter e assemblare i velivoli.
La delegazione sarà composta, oltre che da Airaudo, dal deputato Giulio Marcon, e dai parlamentari Franco Bordo e Stefano Quaranta. Ad accompagnarli Francesco Vignarca, coordinatore rete italiana disarmo e fondatore della campagna ‘Taglia le ali alle armi”. “La fabbrica, denominata ‘Faco’ (Final assembly and check out) è costata allo Stato 800 milioni di euro – ricorda Airaudo – qualche anno fa fu messa in giro la voce che il programma F-35 avrebbe portato alla creazione in Italia di 10 mila posti di lavoro. A oggi a Cameri, come confermano fonti sindacali e aziendali, lavorano circa 250 persone, tra cui 90 apprendisti e 45 interinali, 130 sono in trasferta dall’Alenia di Caselle, a Torino: solo alcune decine sono i nuovi assunti”.
Giuseppe Spadaro