I tagli alle retribuzioni hanno scatenato le ire dei dipendenti della Camera. Ma la presidente di Montecitorio, Laura Boldrini, guarda avanti. “Contestare è legittimo, ma si deve capire che questa operazione va oggi fatta per rafforzare l’istituzione Camera. Tutti dobbiamo fare la nostra parte” . “Ho tagliato il mio stipendio del 30%. E nessuno me lo aveva chiesto ma mi è sembrato un segnale di rispetto e sobrietà”, dice Boldrini in un’intervista al Messaggero. “Ho tagliato il numero dei collaboratori e i loro compensi. Tutti i membri dell’Ufficio di presidenza si sono ridotti del 25% l’indennità di carica e hanno ridotto del 20% lo staff di segreteria”.
Sugli affitti, “abbiamo approvato in Aula un bilancio che per la prima volta nella storia di questa Repubblica fa risparmiare allo Stato in due anni 138 milioni di euro. E abbiamo dato la disdetta per l’affitto dei Palazzi Marini. Risparmieremo 32 milioni di euro l’anno”, dichiara Boldrini. Quanto alle contestazioni del M5S, “i professionisti del non è mai abbastanza, quelli che alzano sempre l’asticella, ci saranno sempre”. Parlando della riforma costituzionale in Senato, “io, con un decreto legge in scadenza, feci la scelta più difficile e me ne assunsi tutte le responsabilità nel rispetto della Costituzione. Sono certa che il presidente Grasso – afferma Boldrini – ha usato le sue prerogative”.
Anche il deputato di Scelta Civica, Stefano Dambruoso, ha voluto dire la sua sugli stipendi dorati dei dipendenti della Camera. “È inammissibile che oggi il pur rispettabile barbiere della Camera a fine carriera guadagni 120 mila euro lordi all’anno, quattro volte di più di un insegnante con pari anzianità. Su 1500 dipendenti, 200 sono vicini al tetto di 240 mila euro. E molti si avvicinano a 300mila. Non è possibile. Bisogna riequilibrare questa sproporzione per restituire i valori fondamentali della nostra società: un insegnante svolge un lavoro importante per la crescita del Paese”.