“Dobbiamo continuare a lavorare per il voto finale l’8 agosto, ma se non sarà l’8 sarà il 10 o il 12… comunque si andrà avanti fino a quando non l’approveremo. Faremo qualche giorno di ferie in meno, pazienza”. Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, è categorico. E, in un’intervista concessa al quotidiano ‘Repubblica’, parla del percorso delle riforme in atto.
ARROGANZA E SORRISI – Il ministro Boschi si lascia andare ad un commento sulle polemiche con i grillini a proposito dei suoi sorrisi alla Camera. “Avevano scambiato il sorriso per scherno. In realtà il sorriso non è arroganza, è la convinzione che ce la possiamo fare e ce la faremo. Non siamo mai stati così vicini al risultato”. E aggiunge, cercando di stemperare ulteriormente i toni: “e poi stiamo facendo una cosa importante, non è che siamo sul fronte di guerra”.
SI’ DIALOGO, NO RICATTI – Quando si tratta di affrontare il tema del dialogo sulle riforme, il ministro Boschi assume un’aria più seria: “non abbiamo mai chiuso al dialogo. Però non possiamo cedere ai ricatti. Non siamo al giorno zero, abbiamo alle spalle un lavoro in commissione Affari costituzionali lungo 3 mesi e mezzo, fatto di accordi, mediazioni, miglioramenti. E siamo convinti che ci possa essere un ulteriore confronto anche in aula”. E aggiunge, senza mezzi termini: “ottomila emendamenti ‘fantasiosi’, per così dire, sono un ricatto”. E a chi paventa la minaccia di elezioni anticipate, risponde: “non voglio pensare a voti anticipati, ma solo ad andare avanti per condurre il paese fuori dall’immobilismo”.
ITALICUM – Il ministro Boschi parla anche della legge elettorale – “verrà in un secondo momento. Siamo disponibili a modifiche quando comincerà l’esame in Senato. La legge può essere ridiscussa sui nodi delle soglie e delle preferenze. Ma devono essere d’accordo i cittadini” – e degli altri provvedimenti in cantiere, come la riforma della giustizia. E aggiunge: “La riforma costituzionale è un tassello di un quadro molto più ampio. In questi stessi giorni alla Camera si esamina il provvedimento sulla Pubblica amministrazione. Ai 54 mila posti in più in giugno hanno contribuito le nuove norme sull’apprendistato e i contratti a termine. È poi partito il piano per l’edilizia scolastica”. Dal ministro anche l’ennesima smentita governativa a proposito di eventuali nuove manovre: “non ci sarà nessuna manovra correttiva”.