“Non punto al voto anticipato per cambiare l’Italia, non si possono costantemente invocare le elezioni. L’Italia la cambieremo con le riforme e si voterà alla scadenza della legislatura”. Parola di Matteo Renzi, intervistato dal quotidiano ‘Avvenire’. Il premier affronta tanti argomenti, a partire dalle difficolta dell’iter del ddl Boschi per la riforma del Senato: “all’ostruzionismo si risponde con la calma e la perseveranza, togliendo, uno a uno, i sassi dai binari, sminando il campo dalle insidie”.
FRETTA? NO, DIGNITA’ DELLE ISTITUZIONI – Matteo Renzi spiega di non avere alcuna fretta sull’iter delle riforme, anche se “agosto o settembre non è questione di vita o morte, è però un mese perso”. Il punto, per il premier, è un altro: “la stragrande maggioranza di quegli ottomila emendamenti sono uno schiaffo alla dignità delle istituzioni”. E sul tema aggiunge, perentorio: “ogni giorno di ostruzionismo ci »regala« un punto di consenso”. Renzi spiega anche il modus operandi della maggioranza in Aula: “alla quarta votazione – dichiarandolo prima – alcuni dei nostri faranno mancare il voto: sarà una scelta di trasparenza e di rigore. È la risposta più forte a chi ci accusa di essere autoritari, ma nemmeno prova a discutere di riforma istituzionale”. In sostanza, sarà la maggioranza stessa a rendere necessario – in assenza di un’ampia condivisione – il referendum confermativo.
ITALICUM – “Non sto facendo la mia riforma elettorale, sto cercando un punto di equilibrio che vada bene a tutti”. Questo il pensiero di Matteo Renzi a proposito della riforma elettorale. E aggiunge: “io non ho un problema nè sulle soglie, nè sulle preferenze nè sul premio di maggioranza. Voglio solo una legge che garantisca governabilità e che renda immediatamente chiaro che chi vince va a Palazzo Chigi”.
SITUAZIONE ECONOMICA – Matteo Renzi parla anche della situazione dei conti: “non nego i dati negativi. Sul Pil, il dato allo 0,8% che ora viene rivisto al ribasso da tutte le istituzioni che fanno previsioni non è una peculiarità italiana, ma di tutta l’eurozona. Se dico che non è lo ‘zero virgolà a cambiarci il destino, non sto sottostimando nulla”. E aggiunge, per semplificare: “non c’è un temporale, ma non c’è neanche il sole”. A proposito delle voci continue su una manovra correttiva, il premier si oppone categoricamente per l’ennesima volta: “nego in modo assoluto che ci possa essere una manovra correttiva sul 2014”. Non si sbilancia invece sul futuro: “per il 2015 vedremo a ottobre, ma per la prima volta avremo a che fare con un intervento che ridurrà le tasse perchè la Legge di stabilità confermerà il bonus degli 80 euro e casomai lo amplierà”. E rassicura l’Europa: “questo avverrà senza sforare il limite del 3% di deficit”.
CREDITO E LAVORO – Da Matteo Renzi un giudizio anche sulla proposta del governatore della BCE, Mario Draghi, di dare 200 miliardi alle banche italiane, anche se aggiunge: “ora ci vuole uno sforzo a tre: le banche devono dare credito se il progetto loro proposto è buono, anche chiudendo un occhio sul rating, gli imprenditori devono chiedere soldi per veri progetti d’investimento e la politica deve favorire questo processo”. Dal premier anche una parola sulle tematiche del lavoro, ed in particolar modo sulla querelle attorno all’articolo 18: “no all’ennesimo derby ideologico. Non rimettiamo a contarci gli uni contro gli altri”. A proposito di sindacati, da Renzi anche un pensiero su Alitalia: “è una prova decisiva. Ai sindacati dico: chi si assume la responsabilità di far fallire l’operazione dovrà gestire una crisi occupazionale da brividi”.
(foto tratte da galleria foto www.quirinale.it)