Pensioni ultime notizie: no modifica Fornero, 150 mila restano al lavoro.
Sulle pensioni ultime notizie non riguardano più le misure proposte da Movimento 5 Stelle e Lega per superare la riforma Fornero; né tantomeno la possibilità di introdurre Quota 100 e Quota 41 in una vera e propria controriforma finalizzata a sterilizzare l’aumento dell’età pensionabile per qualche anno; ma soprattutto a eliminare (gradualmente o rapidamente) la tanto odiata Legge del 2011. Tramontata l’ipotesi dell’esecutivo Lega-M5S, tramonta però anche quanto contenuto nel capitolo del testo del contratto di governo dedicato alle pensioni.
Pensioni ultime notizie: no modifica Fornero, costa troppo
Già qualche giorno fa Carlo Cottarelli, in qualità di direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, aveva quantificato le risorse necessarie per mettere in atto le misure sulle pensioni proposte da Di Maio e Salvini. Tra queste erano incluse certamente proprio Quota 100 e Quota 41 oltre alla proroga di Opzione Donna. L’Osservatorio aveva fatto ammontare la spesa per questi interventi a 8,1 miliardi di euro. Senza contare le uscite inevitabile con un qualsiasi stop – o tentativo di stop – alla Legge Fornero. Fu quindi posta l’attenzione sulla reperibilità di quelle risorse; dal momento in cui l’obiettivo primario è quello di scongiurare l’aumento Iva previsto nel 2019; oltre che garantire la permanenza di deficit e debito pubblico entro i “confini” stabiliti.
Pensioni ultime notizie: nessun cambiamento in vista
Chi sperava di veder modificata la riforma Fornero e i requisiti di accesso all’età pensionabile, dovrà mettersi l’anima in pace. Non sarà certamente questo esecutivo a farsi carico del peso di questa misura. Solo nel comparto scolastico, secondo uno studio elaborato da Italia Oggi, la platea coinvolta ammonterebbe a circa 100 mila docenti e 47 mila Ata.
Già nel rapporto dell’Osservatorio, Cottarelli aveva identificato il problema non nella separazione tra previdenza e assistenza, come scritto dai 5 Stelle e dai leghisti; bensì nell’invecchiamento della popolazione. La soluzione per il premier incaricato? “Rivedere gli assegni sopra i 50 mila euro lordi annui; tagliando al 50% l’eccedenza rispetto al calcolo contributivo”. In più sarebbe stata utile una clausola di salvaguardia allo scopo di evitare riduzioni sopra il 10% del trattamento nella sua interezza.