Elezioni anticipate 2018: le tappe verso il voto a luglio o settembre
Elezioni anticipate 2018: le tappe verso il voto a luglio o settembre
Quattro mesi. Tanto ci vorrà per il ritorno alle urne se il Governo Cottarelli, come sembra, verrà respinto dalle Camere. Salvo ritorni di fiamma dell’ultima ora per una soluzione politica della crisi.
Un percorso a tappe forzate che si delinea ancora come quello più probabile, dopo l’annuncio da parte di Lega, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia del loro ‘no’ alla fiducia ad un esecutivo guidato dall’ex commissario alla spending review. A cui va aggiunta anche l’astensione prospettata dal PD, che non vuole essere percepito come l’unico partito favorevole ad un nuovo ‘modello Monti’.
Certo, i tempi tecnici rendono praticamente impossibile elezioni anticipate a luglio: leggi e norme parlano chiaro. Un eventuale sfiducia vedrebbe allora il nuovo Consiglio dei Ministri dimissionario rimanere al timone del paese soltanto per gestire l’ordinaria amministrazione fino alle urne.
Le tappe verso le elezioni anticipate 2018
Lista dei ministri
Cottarelli (che resta comunque in attesa di eventuali nuovi sviluppo verso un Governo Lega-5 Stelle) si presenta al Colle per sciogliere la riserva e consegnare la lista dei Ministri. A Mattarella l’onere di nominarli, dopo averla concordata in toto con il premier o suggerendo a quest’ultimo qualche piccola variazione.
Governo fatto: il giuramento, ‘campanella’ e primo Consiglio dei Ministri
A Cottarelli e i suoi ministri tocca poi il giuramento nel salone delle feste del Quirinale. Da qui, il nuovo Governo si sposta a Palazzo Chigi, sua sede ‘naturale’, dove si svolge la tradizionale cerimonia della campanella, ossia il passaggio del testimone tra il Presidente uscente Paolo Gentiloni e il nuovo premier. A questo punto, si tiene a stretto giro il primo CdM in cui viene nominato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
La Fiducia in Parlamento
Il neo Capo dell’esecutivo, quindi, si riserva del tempo per scrivere il discorso programmatico con cui presentarsi in Parlamento per ottenere la fiducia. Questa volta, per il “principio della culla” (si inizia dall’assemblea che la volta precedente fu lasciata per ultima), si va prima al Senato. E qui la vera novità, mai accaduta nella Storia della Repubblica: se come sembra infatti, il Governo non dovesse ottenere il via libera a Palazzo Madama, il premier, come ampiamente annunciato, presenterà subito le dimissioni, aprendo di fatto la strada verso nuove elezioni. Cottarelli e i ministri resterebbero in carica solo per l’ordinaria amministrazione.
Lo scioglimento delle Camere e la data del voto
Preso atto della sfiducia in Parlamento, al Presidente della Repubblica, sentiti i Presidenti di Camera e Senato e dopo aver escluso altre possibilità, non resta che sciogliere le Camere con un decreto controfirmato dal Presidente del Consiglio. In merito a questo passaggio, non è possibile fare nessuna previsione sui tempi.
Dopo lo scioglimento, quel che è sicuro è che al Consiglio dei Ministri tocca la decisione sulla data delle elezioni anticipate. L’arco temporale qui è ben definito: tra i 45 e i 70 giorni dopo lo scioglimento. Tenendo conto che ci vogliono comunque almeno 60 giorni per predisporre le operazioni del voto degli italiani all’estero. Insomma, nuove elezioni non prima di settembre. E più probabilmente ad ottobre: escluso dunque un ‘voto balneare’.
Parte la campagna elettorale: presentazione dei simboli e liste dei candidati
Con lo scioglimento delle Camere parte ufficialmente la campagna elettorale. I partiti possono depositare i propri simboli al Ministero dell’Interno tra il 44esimo e il 42esimo giorno (entro le 16) prima del voto. Tra il 35esimo e il 34esimo invece le liste dei candidati alla Camera e al Senato, con le eventuali coalizioni che appariranno sulle schede.
Comizi elettorali e sondaggi
I comizi elettorali possono tenersi dal 30esimo giorno fino a 24 ore prima dalla data scelta dal Governo per le elezioni. Dal venerdì a mezzanotte, parte il silenzio elettorale. Inoltre, la legge vieta la diffusione di sondaggi sulle intenzioni di voto nei 15 giorni che precedono il ritorno alle urne.
Giancarlo Manzi