Chi è Pierluigi Ciocca il probabile ministro dell’Economia. La biografia

Pubblicato il 31 Maggio 2018 alle 14:41 Autore: Daniele Sforza
Chi è Pierluigi Ciocca

Chi è Pierluigi Ciocca il probabile ministro dell’Economia. La biografia.

Un nome caro a Mattarella e a Bruxelles al posto di Paolo Savona al Ministero dell’Economia. Ma chi è Pierluigi Ciocca, il possibile nuovo ministro delle Finanze che il M5S spingerebbe al MEF per proseguire sulla strada del governo giallo-verde? Quasi un tentativo disperato, secondo alcuni; da un lato di riallacciare i rapporti con il Quirinale, dopo la minaccia di impeachment poi ritratta da Di Maio; dall’altro di rafforzare i legami con Matteo Salvini e convincerlo che fare un governo politico ancora si può. Basterebbe solo fare un passo indietro e ritirare la nomina di Paolo Savona al Mef. Assecondare così il diktat di Mattarella e rinunciare al proprio. Da qui Pierluigi Ciocca, europeista convinto, una carriera spesa alla Banca d’Italia.

Chi è Pierluigi Ciocca: profilo biografico

Pierluigi Ciocca è nato a Pescara il 17 ottobre 1941. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma dove si laurea, per poi specializzarsi nelle discipline economiche all’ISRE dell’Università di Roma. Quindi vince la borsa di studio Luigi Einaudi presso l’omonima Fondazione e continua i suoi studi a Oxford, al Balliol College. La sua esperienza lavorativa inizia nel 1967 presso la Banca d’Italia, in qualità di economista al Servizio Studi, ruolo che mantiene fino al 1982. In quell’anno infatti diventa condirettore centrale e capo del Servizio anticipazioni, sconti e compensazioni fino al 1984.

Entra a far parte del CdA dell’Ufficio Italiano dei Cambi, carica che mantiene per 11 anni. La sua attività nella Banca d’Italia prosegue in maniera proficua e dal 1985 al 1988 diventa funzionario generale e direttore dei Servizi rapporti con l’estero, occupandosi anche dei Rapporti col Tesoro.

Nei successivi 7 anni ricopre la carica di Direttore centrale per la ricerca economica, oltre che supervisore del Servizio Studi. La sua esperienza professionale si arricchisce nel febbraio del 1995, quando viene nominato vicedirettore generale della Banca d’Italia. Manterrà tale ruolo fino a dicembre 2006. Nel mentre, tra il 1997 e il 2002, ha rappresentato la Banca d’Italia nel Comitato per l’Euro al Ministero del Tesoro. Infatti, Ciocca ha fatto parte della squadra che lavorò al tasso di cambio lira-euro (con lui Ciampi, Draghi e Fazio). Rientrò anche nella short list per succedere a Fazio prima e a Draghi poi come governatore.

Nell’esecutivo M5S-Lega potrebbe diventare il nuovo ministro dell’Economia e delle Finanze, qualora Salvini facesse un passo indietro sulla nomina di Savona. Ovviamente siamo ancora nel giro delle ipotesi e, come già accaduto per altri nomi (e non solo per il MEF), lo scenario potrebbe mutare nel giro delle prossime ore.

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Chi è Pierluigi Ciocca: il suo pensiero sull’Unione europea…

Dalle posizioni euroscettiche di Savona si passerebbe così al convinto europeismo di Pierluigi Ciocca. Un anno fa affermò che una eventuale Italexit sarebbe stata devastante per i cittadini italiani. E che a una proposta del genere bisognerebbe rispondere assolutamente no, “senza se e senza ma”. Ciononostante, è noto anche il suo pensiero critico verso certe politiche di Bruxelles. In particolare, per Ciocca, il limite dell’Unione europea non consiste nella moneta unica, bensì nello stile di governo; “condizionato da una Germania neomercantilista con cui si deve tornare a trattare seriamente, non per decimali di bilancio pubblico”.

In occasione di Roma InConTra il 21 novembre 2015, l’economista comunicò il suo pensiero sulla Germania. Un paese che è stato fortemente debitore verso l’estero, dopo Versailles e dopo il ’45. E quindi “ha sperimentato sulla sua pelle la debolezza del debitore in politica estera. E forse, ma è solo una mia ipotesi, l’idea che accreditarsi nei confronti degli altri Paesi offra loro un margine di condizionamento, di potere politico, può spiegare il suo atteggiamento. Io mi auguro che non sia così; perché se così fosse questa Europa scricchiolerebbe”.

… e sulla crescita

In una Lectio Magistralis in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico ISTAO 2017-2018, Ciocca ribadì i punti chiave della sua via per la crescita. Tra questi spiccavano un riequilibrio del bilancio, il rilancio degli investimenti pubblici, il profitto dalla produttività e una diversa politica europea. Per azzerare il disavanzo di bilancio e bloccare il debito pubblico, Ciocca propone una ricetta di “revisione, politica e non solo contabile, delle spese gonfiate da trasferimenti inutili, inefficienze, corruzione”. Il focus va cercato sugli investimenti nelle infrastrutture; considerati “l’unica misura di bilancio capace di sostenere tanto la domanda quanto la produttività”.

Sempre nel 2017, in occasione della kermesse Fondamenta organizzata da Articolo Uno-MDP, Ciocca tornò a parlare di Europa e di Germania. “C’è un problema di governo dell’economia europea. Io sono un ammiratore della cancelliera Merkel e ho un enorme rispetto per quel popolo straordinario. Ma se la Merkel fosse qui, io le chiederei questo. ‘Questa politica che tu segui e che imponi al resto d’Europa, chiamiamola austerità, fa pagare al popolo tedesco prezzi economici altissimi. È una balla quando si dice che la Germania si avvantaggia in termini economici da questa politica e da questo assetto. Perché si frena la dinamica della domanda interna, influendo sulla crescita della loro economia; che potrebbe in realtà crescere molto di più’”. Una posizione europeista, insomma, ma affatto critica sulla moneta unica, bensì sulla struttura politica della Ue nel suo complesso.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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