Governo politico M5S-Lega: cosa significa e differenza col neutrale
Torna l’opzione “governo politico” Movimento 5 Stelle – Lega. Da ieri di nuovo su banco, in queste ore i leader giallo e verde stanno nuovamente trattando, tra loro e con Mattarella. Conte, il nome da loro avanzato per la guida del potenziale Governo, stamani salta la sua lezione all’Università di Firenze e rimane a Roma.
Nel polverone di questi tre mesi, visto il risultato non decisivo delle elezioni, molte sono state le ipotesi di governo, tra mandati esplorativi e incarichi affidati dal Presidente della Repubblica. Il veto presidenziale su Savona Ministro dell’Economia ha fatto saltare l’ipotesi Conte, aprendo la strada a Cottarelli. La possibilità di un governo tecnico in toto ha smosso nuovamente le forze politiche. E il Capo dello Stato, ieri, ha concesso altro tempo a Di Maio e a Salvini per presentare una nuova lista di ministri che non comprenda l’economista anti-euro all’Economia al fine di dare vita ad un governo politico. Un governo politico, più volte ribadito, guidato, però, da un tecnico.
Governo politico M5S-Lega: cosa significa e differenza col neutrale
Vediamo di fare un po’ di chiarezza a livello terminologico.
Prima di tutto. Di “governo tecnico” non si fa menzione in Costituzione. Come, del resto, di “governo politico”. Si parla solo di “governo”. E lo si fa in poche disposizioni. Sicché, la maggior parte degli istituti, delle categorie e delle regole che riguardano quest’organo, sono frutto, oltre che di alcune leggi ordinarie, soprattutto della prassi.
Nell’attuale crisi istituzionale, quando si fa riferimento al possibile Governo Cottarelli, si parla di “governo neutrale di servizio”. Ora, se vi è da riscontrare una differenza con il concetto più conosciuto di “governo tecnico”, questa non è da ritrovarsi nella tecnicità dei membri del governo. Sia nell’uno che nell’altro caso, infatti, i ministri sono extra politica, ovvero non appartengono a partiti politici. Per estrapolare l’essenza del concetto di “governo neutrale” si può partire dal sottolineare il perché il governo tecnico non è neutrale. Il governo tecnico non è un governo neutrale perché non è indifferente all’interazione degli interessi sociali. Né potrebbe esserlo, visto che lo Stato si configura come la forma giuridica della politica, che esiste proprio per incidere, a vario titolo, sulle istanze espresse dalla società.
Il riferimento alla tecnicità del governo tecnico, dunque, non è antitetico rispetto alla “politica”, perché la competenza nella conoscenza di certi fenomeni non toglie nulla alla natura decisionale, perciò politica, delle determinazioni destinate ad incidere su di essi.
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Governo politico M5S-Lega: la terminologia tra forma e sostanza
Dall’altra parte, il governo neutrale, di cui la prassi italiana è finora esente, ha un ruolo meramente, passatemi il termine, amministrativo. Serve, cioè, a compiere tutti quelli adempimenti esclusivamente burocratici atti a condurre il paese a nuove elezioni. Questo, beninteso, se e solo se non ottenga la fiducia da parte dei due rami del parlamento. La fiducia svestirebbe il governo neutrale della sua neutralità, affidandogli la possibilità di incidere sulla vita politica del paese (attività decisionale), secondo un preciso indirizzo politico della cui unità sarebbe responsabile il Primo Ministro (c. 1, art. 95 Cost.).
Passando al possibile, momentaneamente l’ipotesi più plausibile, governo M5S – Lega, questo ricadrebbe nell’ampio raggio del concetto di “governo politico” o “governo” tout court.
Vista la non risolutezza delle elezioni, il governo politico, per nascere, necessita di un accordo post elettorale tra partiti politici che riescano ad avere una maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato per ottenere la fiducia. Previo un accordo di governo, programmatico (in questo caso il “Contratto del Governo del cambiamento”), sul quale il Parlamento possa dare il suo giudizio e il via libera alla nascita dell’esecutivo. Step già percorsi da Lega e M5S nelle scorse settimane.
Governo politico M5S-Lega: l’anomalia
Oggi si discuterà in merito alla lista dei ministri e, più precisamente, sul nuovo nome scelto per la guida del Ministero dell’Economia. Ora, il possibile governo M5S – Lega, comunque, mantiene un’anomalia: la “tecnicità” di Giuseppe Conte, il prescelto alla guida dell’esecutivo.
Un “governo politico” guidato da un tecnico. Inutile fare troppa dietrologia sul concetto/termine. Il governo giallo-verde sarebbe politico, perché fondato su un accordo tra le parti politiche coinvolte i cui membri andrebbero a ricoprire cariche governative. Dunque, la terzietà del Primo Ministro non andrebbe ad incidere sul concetto di politico. Se fosse, sarà interessante osservare la declinazione della sua terzietà in merito al proprio operato.