Dal Blog: il futuro di Berlusconi
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Intervista di Silvio Berlusconi al quotidiano israeliano ’Yedioth Ahronoth’ (via pdl.it)
IL FUTURO POLITICO – Signor Berlusconi, è vero che nel suo futuro politico potrebbe esserci il Quirinale? “Assolutamente no. La priorità oggi è quella di dare allo Stato una architettura istituzionale che lo renda governabile. Con questo governo di tecnici, proprio perchè sostenuto sia dalla maggioranza che dall’opposizione, spero sia possibile realizzare quelle riforme che diano al governo italiano gli stessi poteri delle altre democrazie occidentali, che riducano ad una Camera il sistema di approvazione delle leggi, che delimitino infine una revisione dei poteri della Corte Costituzionale.
Io credo che nel mio status attuale di padre fondatore del partito posso essere maggiormente utile. Confermo di non avere intenzione di candidarmi per la sesta volta alla guida del governo. Continuerò ad essere il presidente fondatore del Pdl e il primo supporter del mio partito. E continuerò a impegnarmi per realizzare in Italia le grandi riforme istituzionali necessarie per la governabilità del Paese.”.
Nel momento in cui ho deciso di scendere in politica per salvare l’Italia dal comunismo ho consegnato le mie aziende ai miei figli e ai bravissimi manager che erano cresciuti con me. Non torno indietro. Invece credo che tornerò ad occuparmi del Milan che è la squadra che con me ha vinto più titoli in assoluto nella storia del calcio (Bernabeu che è il secondo, ne ha vinti appena la metà)”.
Mi dedicherò anche all’Università della Libertà: un complesso straordinario, che aprirà i battenti il prossimo mese di settembre e vedrà come docenti i principali protagonisti della politica mondiale degli ultimi vent’anni.. La loro missione sarà di tenere lezioni di governo e di libertà ai giovani provenienti da ogni paese e con risultati universitari straordinari, che intendessero dedicarsi al servizio della politicà’.
Sto anche mettendo a punto una fondazione per realizzare ospedali per bambini nel mondo. Ma di questo vorrei parlare un’altra volta…
Non c’è stato nessun complotto internazionale contro di me. La decisione di dimettermi da presidente del Consiglio è stata frutto di un ragionamento che abbiamo svolto guardando all’esclusivo interesse del Paese. Sono orgoglioso di questa decisione, alla quale non ero tenuto, perchè il mio governo godeva e gode ancora della maggioranza in Parlamento e non è mai stato sfiduciato.”-.
EURO – “Il salvataggio della Grecia è stato un’impresa difficile che sembra ormai in via di acquisizione. Bisogna riconoscere ai greci di aver compiuto importanti sacrifici, e all’Europa, inclusa l’Italia, di essersi adoperata per evitare il peggio.
La moneta unica è probabilmente salva. Credo che nei Paesi dell’Eurozona non vi sia alternativa all’Euro e che passi indietro siano impensabili.
Tuttavia, il salvataggio della Grecia non significa che l’Europa abbia del tutto superato le cause della crisi economica, che affondano soprattutto nella mancanza di una banca di ultima garanzia della moneta unica e di politiche fiscali comuni.
In Italia, grazie anche al mio governo, sono stati compiuti i primi passi importanti di un percorso difficile ma inevitabile, che non è ancora completato e che il governo Monti sta portando avanti come propria missione prioritaria.”.
SIRIA – “Un intervento in Siria richiede condizioni di politica internazionale che al momento non sono mature. Seguo con orrore le notizie della guerra e dei bombardamenti sui civilì. ’Seguo pure gli sforzi delle Nazioni Unite e della comunità internazionale perchè si consolidi un’alternativa credibile al regime di Assad che ormai non ha alcun futuro, e soprattutto perchè siano osservate regole elementari di rispetto dei diritti umani fondamentali, che purtroppo vengono violati ogni giorno: la Croce Rossa Internazionale deve essere messa in condizione di intervenire. Condivido e appoggio tutte le pressioni politiche e diplomatiche su Damasco. E mi auguro che anche in quel Paese si possa realizzare un percorso che porti verso la democrazia.”.
IRAN – “Considero la prospettiva dell’Iran come potenza nucleare una minaccia per la pace nel mondo, una situazione da scongiurare non soltanto per la sicurezza di Israele e la stabilità del Medio Oriente, ma per l’equilibrio globale. Condivido perciò le vostre preoccupazioni e quelle del vostro premier.
Sono altresì convinto che il presidente Obama sia sincero quando afferma che un Iran dotato di armi nucleari sarebbe inaccettabile e che per scongiurare questa eventualità tutte le opzioni sono possibili, inclusa in extrema ratio l’opzione militare. Abbiamo un interesse comune che è la sicurezza di Israele. Occorre trovare il modo più adeguato per garantirla, è bene evitare azioni precipitose, che potrebbero risultare controproducenti – ci vuole un attimo per avviare un’escalation dalle conseguenze imponderabili – ma agire con lucidità di obiettivi e senza timori, con determinazione e con fermezza”.
LIBIA – “In Libia non c’è stata una rivoluzione dal basso, ma una lotta di potere alimentata da ex ministri che Gheddafi aveva allontanato. Gheddafi è stato certo un dittatore, ma ha goduto di un tasso molto alto di consenso interno e ha avuto il merito di aver fermato l’espansione dell’Islam radicale e rappresentato – almeno negli ultimi annì – un argine in Africa contro Al Qaidà: motivo per il quale tutti i Paesi occidentali riallacciarono i rapporti con lui.
Ho provato disgusto e dolorè’ dinanzi alle immagini del suo linciaggio: perché anche i dittatori avrebbero diritto a un processo giusto.”.