Solo pochi giorni fa, durante la Cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare, Giorgio Napolitano aveva bollato come “gioco sterile” il via vai di voci sulle sue possibili dimissioni da Capo dello Stato. “Non esercitatevi in premature e poco fondate previsioni”, aveva raccomandato il Presidente ai cronisti. “Sono concentrato sull’oggi e ho innanzitutto ritenuto opportuno e necessario garantire la continuità ai vertici dello Stato in una fase così impegnativa del semestre italiano di presidenza europea”. “Credo, da un lato, che non si debbano dare interpretazioni estensive del mio riferimento a situazioni e necessità, essenzialmente istituzionali, che possano giustificare, far considerare opportuna e utile una mia ulteriore, eccezionale permanenza nell’incarico”, aveva spiegato durante l’incontro al Quirinale. “È noto, d’altro lato che si tende a omettere l’altra riserva da me più volte richiamata, relativa alla sostenibilità dal punto di vista delle mie forze di un pesante carico di doveri e funzioni. E quest’ultima è una valutazione che appartiene solo a me stesso, sulla base di dati obiettivi, che hanno a che vedere con la mia età, a voi ben nota”, ha concluso Napolitano.
Oggi, sulle pagine del Secolo XIX, tornano a circolare voci sulle possibili dimissioni del Capo dello Stato. Alle indiscrezioni si sono aggiunti dettagli. Napolitano vorrebbe lasciare entro la prossima estate, al massimo entro giugno 2015. Il Quirinale non escluderebbe nemmeno le dimissioni in pieno inverno, il prossimo gennaio. Vorrebbe chiudere con l’ultimo discorso di fine anno alla nazione, nella diretta a reti unificate di Capodanno. Lasciare il segno con l’ultimo accorato augurio che, nelle intenzioni del Capo dello Stato, dovrebbe essere anche il suo testamento politico e istituzionale, il suo addio alla vita politica. L’interruzione del suo secondo mandato, alla soglia dei 90 anni, sarebbe stata concordata anche con Palazzo Chigi. Secondo quanto riporta il Secolo XIX, il premier Renzi avrebbe invitato il Quirinale a tenere duro il più possibile. Per l’esecutivo l’appoggio del Capo dello Stato sulle riforme è fondamentale. Del resto, lo stesso Napolitano ha legato la sua rielezione all’approvazione delle riforme istituzionali che l’Italia attende da trent’anni.
Carmela Adinolfi