Mondiali Russia 2018: i vichinghi dell’ Islanda riprovano a fare la storia, in un girone dominato dall’Argentina di Leo Messi.
Dopo il fantastico risultato di Francia 2016, campionato europeo in cui, grazie ad un grande entusiasmo ed al sostegno di un’intera Nazione, è giunta ai quarti di finale con i transalpini (poi finalisti del torneo) senza affatto demeritare, ecco che ora l’Islanda si appresta a vivere per la prima volta nella sua storia l’emozione di giocare un Mondiale.
Mondiali Russia 2018: l’ascesa del movimento calcistico in Islanda
La storia di questa piccola nazionale è molto recente. Fino ai primi anni del 2000 il calcio in Islanda era considerato un passatempo e, a parte alcuni professionisti che militavano comunque in campionati minori, i componenti della nazionale svolgevano altre attività professionali.
Per combattere gravi problemi sociali quali alcolismo e tabagismo, il governo lanciò un piano di rilancio delle attività sportive di gruppo, costruendo centri sportivi all’avanguardia e coinvolgendo personale specializzato per organizzare le squadre.
Personaggi come Guðjón Þórðarson, Ásgeir Sigurvinsson e lo svedese Lars Lagerbäck sono così stati coinvolti in un processo partito ufficialmente il 18 Agosto 2003, una data storica per il calcio islandese. Al Laugardalvollur Stadium, impianto della capitale, per la prima volta nella storia 20000 islandesi si radunarono per tifare i loro ragazzi, impegnati in un’amichevole contro gli Azzurri allora allenati da Marcello Lippi. La partita finì 2-0 per i padroni di casa e, se per l’Italia rappresentò l’inizio di un’epopea che si chiuderà con la magica notte di Berlino del 2006, per gli islandesi fu il principio di una nuova epoca sportiva.
Il giocatore simbolo e’ sicuramente Eiður Guðjohnsen, primo giocatore a giocare in top club e con una carriera costellata di vittorie internazionali, come la Champions League vinta con il Barcellona nella stagione 2008-2009.
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Mondiali Russia 2018: un girone difficile, dominato dall’albiceleste
In Russia il girone non sarà affatto una formalità, in quanto gli isolani dovranno giocarsi la qualificazione con Argentina, Croazia e Nigeria, ovvero le rimanenti formazioni inserite nel gruppo D.
A guidare la comitiva sarà mister Heimir Hallgrímsson (“il dentista”, così chiamato perché ha lasciato la professione solo dopo Euro 2016), considerato uno dei principali artefici della splendida avventura a Francia 2016.
Il suo calcio è fatto di corsa, muscoli, solidità a centrocampo e difesa rocciosa, tipica delle nazionali del Nord Europa. Il suo gioco non lascia spazio a sprazi di grande fantasia ma sta dando ottimi risultati.
Mondiali Russia 2018: Bjarnason e Sigurdsson pilsatri della compagine vichinga
Nomi di rilievo sono i centrocampisti Birkir Bjarnason, Gylfi Sigurðsson e Emil Hallfreðsson, giocatori con pochi lampi di fantasia ma con una solidità che ricorda molto il calcio degli anni 70 e 80, dove come si diceva “in nove facevano legna ed uno bastava per segnare e portare a casa il risultato”. In difesa da citare il giramondo Kári Árnason ed il roccioso Ragnar Sigurðsson.
Fare un pronostico sembra un po’ azzardato ma quando hai un intero Paese con te anche sfidare le grandi Nazioni del calcio business non sembra una missione impossibile per i “nostri ragazzi”.
Francesco Vigevani
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