Mondiali Russia 2018: dall’altra parte dell’emisfero, arrivano i Socceroos
Mondiali Russia 2018: dall’altra parte dell’emisfero, arrivano i Socceroos
Dopo la minaccia di alcuni mesi fa di boicottare il Mondiale, la compagine australiana, in accordo con il CT Olandese Lambertus “Bert” van Marwijk, ha deciso di partire per la spedizione mondiale.
Nella bacheca della nazionale australiana ci sono un campionato d’Asia e quattro Coppe d’Oceania. Annoverano inoltre 5 partecipazioni ai Mondiali con una qualificazione agli ottavi di finale nel 2006.
Mondiali Russia 2018: l’epoca dorata e recente dei Socceroos
Gli anni d’oro del calcio dei Kangaroos vanno dal 1990 al 2006, anno in cui con una manovra non del tutto ufficiale l’Australia, per avere la possibilità di confrontarsi con squadre alla propria altezza, riesce ad iscriversi alla Confederazione Calcisitica Asiatica (AFC). La giustificazione abbastanza azzardata sta tutta nelle parole dell’allora presidente della federazione AFC Mohammed Bin Hammam, il quale espresse le ragioni della decisione in questi termini: «Oltre ad essere una nazione calcistica sviluppata, l’Australia ha un’economia sviluppata che noi vogliamo esprimere anche nel calcio. Oltre al Giappone, alla Corea del Sud, alla Cina e all’Arabia Saudita se l’Australia si unirà a noi i benefici saranno enormi.»
L’Australia di Hiddink che mise paura agli azzurri
Per traghettare la squadra in questa nuova fase venne chiamato Guus Hiddink, che nel periodo 2005-2006 nel quale fu CT riuscì a qualificarli al Mondiale 2006, consentendo alla squadra di raggiungere il miglior piazzamento nella propria storia mondiale con il passaggio agli ottavi di finale, in cui venne eliminata da un rigore contestatissimo concesso all’Italia di Lippi nei minuti di recupero. Rigore che venne poi trasformato da Francesco Totti dando così agli Azzurri l’accesso ai quarti di finale del torneo (Azzurri che poi, come ben sappiamo, avrebbero vinto ai rigori contro la Francia, nella storica notte di Berlino del 9 luglio 2006).
Fino ai Mondiali Russia 2018, solo un trofeo nel 2015: la Coppa d’Asia
Dal 2006 fino al Gennaio 2018 si alternarono molti allenatori sulla panchina dei Socceroos. L’unico che riuscì a collezionare un trionfo fu il greco Ange Postecoglou, che nel 2015 conquistò la Coppa d’Asia battendo in finale la Corea del Sud in una partita soffertissima.
La chiamata di Bert van Marwijk è sicuramente una chiamata importante da parte dello staff e della federazione ed è avvenuta con l’obiettivo di creare continuità rispetto al trionfo di 3 anni fa, anche se i fasti degli anni 90 e primi anni 2000, in cui i giocatori australiani popolavano le fila dei grandi club europei e lasciavano il segno nelle massime competizioni del vecchio continente, sembrano al momento un lontano ricordo.
Mondiali Russia 2018: c’era un tempo in cui gli australiani comandavano in Europa
Per fare alcuni nomi ricordiamo ad esempio il difensore centrale Anthony Vidmar, protagonista di molte battaglie del campionato scozzese, in cui ha vestito le maglie di molte squadre; il centrocampista Brett Michael Emerton e la coppia d’attacco che per anni ha fatto le fortune del Leeds United, portandolo anche a disputare la semifinale della Coppa Uefa contro i vincitori del Galatasaray, ovvero il tandem composto dal veloce e tecnico Harold Kewell e dal roccioso Mark Anthony Viduka.
Chiuderemmo la bacheca dei ricordi con il portiere Mark Schwarzer, recordman di presenze in nazionale (109) e con alle spalle una carriera di buon livello fra squadre delle massime serie di Germania e Inghilterra.
Australia alla ricerca di una conferma e di un ulteriore slancio
Al CT olandese, famoso per la sua grande capacità organizzativa tattica e di talent scout, il compito ora di ricomporre un gruppo e scoprire nuovi talenti per rinverdire i fasti del passato.
Nella sua carriera sono da ricordare due momenti nei quali queste doti emersero: la ricostruzione totale del Feyenoord dopo la disastrosa annata del 2006-2007, attraverso una riorganizzazione dello staff e dei settori giovanili ottenuta grazie anche all’affiancamento di vecchi senatori della squadra (Tim de Cler, Giovanni van Bronckhorst, Kevin Hofland e Roy Makaay) e la parentesi alla guida della nazionale Orange.
Dopo gli Europei del 2008, infatti, lasciò il Feyenoord e succedette a Marco Van Basten sulla panchina della nazionale olandese. Sotto la sua guida, gli olandesi raggiunsero di nuovo dopo 32 anni la finale di un Mondiale di calcio, ma vennero battuti dalla Spagna ai tempi supplementari con il gol decisivo di Andrés Iniesta.
Rimase in ogni caso il commissario tecnico della nazionale olandese anche per le qualificazioni per gli Europei 2012, ottenendo il primo posto nel girone, grazie a nove successi su dieci gare disputate. Terminò tuttavia gli Europei ultimo nel girone con 0 punti e al termine degli stessi annunciò le dimissioni da CT degli Orange, nonostante fosse stato ugualmente confermato dalla Federcalcio Olandese (KNVB), la quale lo ringraziò “per aver compiuto un lavoro straordinario portando la squadra alla finale mondiale e al primo posto nel ranking FIFA”.
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Mondiali Russia 2018: l’Australia è stata inserita nel Gruppo C con Francia, Perù e Danimarca
Il CT affronterà come nel suo stile l’impegno, con un gruppo guidato da veterani come il centrocampista giramondo Michael John Jedinak e l’attaccante Tim Cahill, ed uno staff da lui selezionato.
In porta il posto del veterano Schwarzer sarà coperto dal buon Mitchell Langerak, il quale porterà la sua esperienza maturata fra Germania e Spagna. In difesa ricordiamo Trent Lucas Sainsbury, giovane difensore centrale forte fisicamente con una buona elevazione, ed il roccioso Aziz Behic.
A centrocampo potrà disporre dell’esperto uomo del Celtic Tomas Petar “Tom” Rogić, del giovane italo-indonesiano Massimo Luongo (inserito nei 60 giocatori in lizza per il Pallone d’Oro 2017-2018) ed il mediano Joshua Brillante, centrocampista versatile in grado di ricoprire anche il ruolo di terzino destro o centrocampista più offensivo.
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Tim Cahill guida gli aussies con un attacco d’esperienza
Il gruppo degli attaccanti, guidati dall’esperto Cahill, annovera Mathew Allan Leckie e Robbie Kruse, da anni inseriti nella Bundesliga con buoni risultati.
La truppa di van Marwijk non parte sicuramente sconfitta. Se sarà un’impresa probitiva battere i transalpini, con Danimarca e Perù la giovane ciurma dei Socceroos potrà invece provare a dire la sua. E con l’amuleto olandese in panchina, perché mai non si dovrebbe sognare?
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