Elezioni amministrative 2018: come si presentano i partiti? L’offerta elettorale
Domani, 10 giugno 2018, dalle 7:00 alle 23:00 l’Italia è nuovamente chiamata alle urne per le elezioni amministrative. Coinvolgeranno 760 comuni per circa 6,7 milioni di elettori, suddivisi in 7987 sezioni elettorali. 109 i comuni con più di 15.000 abitanti, di cui 20 sono capoluogo di provincia e uno – Ancona – è anche capoluogo di regione.
A questi si aggiungono i Municipi Roma III (Monte Sacro) e Roma VIII (Appia Antica). In questi ultimi, ne avevamo già parlato rispettivamente qui e qui, l’amministrazione M5S eletta nel 2016 è caduta anzitempo preda di tensioni interne alla maggioranza. Di modalità e tempistiche del voto, invece, ne abbiamo già parlato approfonditamente. Focalizziamoci adesso sull’offerta elettorale di queste elezioni amministrative. Aiutandoci anche con uno studio del Centro Italiano Studi Elettorali (Cise), che ha passato in rassegna tutte le candidature nei comuni al voto.
Elezioni amministrative: in media 5 candidati sindaco e 15 liste per comune
Partiamo dal numero di candidati; dal Cise evidenziano che per i 109 comuni superiori abbiamo una media di 5,3 aspiranti a primo cittadino. Maggiore frammentazione deriva dai 20 comuni capoluogo in cui si presentano mediamente 6,9 candidati. In particolare, si spazia dai 4 di Ancona e Sondrio ai 10 di Massa e Pisa. Che, non a caso, sono nella zona Rossa, dove in media vi sono 6,1 candidati sindaco per comune. Al contrario, meno affollate sono le sfide del Nord e del Sud, in cui vi sono 5 e 5,3 candidati.
Sono circa 15, invece, le liste coinvolte nella tornata elettorale. È sempre nei venti capoluoghi che si ha la maggiore concentrazione (18,2). Un risultato, che si registra in simile entità nel solo sud (16,8). Dove, comunque, spiegano dal centro di ricerca, il fenomeno non è nuovo ed è connesso al notabilato locale. Meno aspiranti consiglieri, invece si hanno al Centro e al Nord.
Elezioni amministrative: a sinistra scalpitano in 70 contro il candidato Pd
In termini di schieramenti elettorali, si conferma un tripolarismo di fondo. Centrosinistra a guida PD, centrodestra unito e Movimento Cinque Stelle. Scompaiono i centristi, così come è accaduto a livello nazionale. Mentre resistono candidature alternative al Pd nell’area di centrosinistra e a Forza Italia nell’area di centrodestra.
Alla prima area, spiega il Cise, sono complessivamente ascrivibili ben 70 candidati sindaco. Restringendo l’analisi ai soli comuni capoluogo ciò vuol dire che i democratici si troveranno in 12 città avversari all’interno della stessa area politica. In particolare, a Barletta, Avellino, Teramo, Vicenza, Treviso, Messina e Viterbo c’è un solo competitor diretto. Due ad Imperia, Brescia, Massa, Siena e Terni. Quattro, invece, a Pisa, dove, tra i progressisti, sgomiteranno per un seggio socialisti, Sinistra Italiana, il Partito Comunista e un’alleanza Possibile-Rifondazione Comunista.
Elezioni amministrative: a centrodestra, i civici contro la coalizione unitaria
Sono, invece, 41 i candidati di centrodestra, alternativi a Forza Italia e che incroceranno le armi con gli azzurri in ben 9 comuni capoluogo. Fratelli d’Italia, infatti, va per conto suo in quattro comuni: Siracusa, Ragusa, Avellino e Brindisi. In quest’ultimo, il partito di Giorgia Meloni sarà alleato dei Fittiani di Noi con l’Italia e della Lega, che va in solitaria anche a Barletta. Sempre a Siracusa, anche il movimento del governatore siciliano Nello Musumeci, opta per un candidato diverso dalla coalizione.
Nelle restanti quattro città, invece, la rottura non è dovuta a frizioni nella coalizione. Quanto all’iniziativa di esponenti politici d’area che hanno lanciato una candidatura civica. Pensiamo all’ex ministro azzurro, Claudio Scajola, candidato sindaco ad Imperia. O all’ex presidente della provincia di Sondrio leghista Fiorello Provera, in corsa a Sondrio. Oppure alla rottura del deputato regionale centrista Cateno De Luca in quel di Messina. Infine, la corsa a Siena del gruppo civico facente capo a Massimo Sportelli, nella quale figurano alcune delle liste che, cinque anni fa, appoggiarono il candidato di centrodestra Eugenio Neri.
Elezioni amministrative: il M5S più presente di Fi e Pd nel sud, ma non ricandida gli uscenti
Più in generale, Partito Democratico e Forza Italia saranno presenti sulle schede elettorali rispettivamente 95 e 96 volte. Di queste, la gran parte riguardano i comuni del Nord e del Centro Italia (dove entrambi fanno l’en-plein). Al contrario, il Movimento Cinque Stelle, che si presenta 89 volte su 109 farà valere maggiormente il suo peso elettorale al Sud: qui, infatti si trovano 57 aspiranti primi cittadino su 66, contro i 55 appoggiati da Forza Italia ed i 54 del Partito Democratico.
I pentastellati, tuttavia, non prenderanno parte alla competizione in due comuni capoluogo: uno è Siena, l’altro è Vicenza. E non ricandideranno i sindaci uscenti dei comuni in cui vinsero nel 2013. A Ragusa, c’è una staffetta tra Federico Piccitto e Antonio Tringali. Ad Assemini, Sabrina Licheri sostituirà Mario Puddu. A Pomezia, l’uscente Fabio Fucci è alla testa di due liste civiche che sfideranno, tra gli altri, la lista pentastellata di Adriano Zuccalà. A Quarto, invece, Rosa Capuozzo si ripresenta mentre i pentastellati no.
Nei due municipi romani, il minisindaco sfiduciato di Garbatella, Paolo Pace (passato a Fratelli d’Italia) non si è ricandidato, mentre la presidente uscente di Monte Sacro, Roberta Capoccioni sì.
Elezioni amministrative: perchè sono importanti
Un test, dunque, quello delle elezioni amministrative considerato importante nonostante non siano presenti al voto le metropoli. Alcuni sono i quesiti, infatti, che si pongono al Cise. Che ne sarà dell’affluenza, tendenzialmente in calo negli ultimi anni? Il Movimento 5 Stelle riuscirà imporsi come guida anche a livello locale, dopo il successo delle Politiche, dando pieno compimento al tripolarismo? Riuscirà la Lega ad egemonizzare l’area di centrodestra anche nel Sud del Paese? Il Pd ed il centrosinistra riusciranno ad avere un ruolo da protagonista o saranno un terzo polo rilegato nell’angolo politico?
A queste se ne potrebbero aggiungere altre: sarà un giudizio sulla nascita del Governo giallo-verde? E, soprattutto, come accoglieranno gli elettori di centrodestra le coalizioni unitarie presenti sui territori, che fanno da contraltare alla spaccatura tra Carroccio e Forza Italia a livello nazionale?