Mondiali Russia 2018, focus Uruguay: per stupire, solidità e tradizione
Una delle selezioni al mondo maggiormente titolate è l’Uruguay, nazionale poco sponsorizzata ma quasi sempre ai vertici del calcio mondiale.
La Celeste è infatti stata per ben due volte Campione del Mondo. La prima volta fu nel 1930, ovvero la prima edizione di un Mondiale e che venne disputata proprio in Uruguay. Nella finalissima di Montevideo, i padroni di casa riuscirono ad imporsi sull’Argentina con il risultato di 4-2, maturato in virtù delle marcature messe a segno da Dorado, Cea, Iriarte e Castro.
Mondiali Russia 2018: l’Uruguay emblema del calcio passato
Saltate per protesta le edizioni disputate in Europa nel 1934 e 1938 (entrambe vinte dall’Italia), ecco che l’Uruguay avrebbe bissato già alla sua seconda partecipazione il titolo mondiale conquistato sotto il cielo di Montevideo 20 anni prima. Correva infatti l’anno 1950 quando la Celeste si rese protagonista di una delle finali più epiche ed allo stesso tempo tragiche della storia del calcio.
L’atto conclusivo della manifestazione vide infatti contrapposti gli uruguayani ai favoritissimi padroni di casa brasiliani, che nelle precedenti partite avevano letteralmente travolto i propri avversari. Al Brasile sarebbe tra l’altro bastato anche un pareggio, in virtù di un inedito gironcino a 4 squadre al termine del quale avrebbe alzato la coppa la squadra in possesso di più punti (prima della partita, il Brasile era a quota 6, l’Uruguay a quota 4). Le cose tuttavia andarono in maniera a dir poco sorprendente, grazie ad un clamoroso 2-1 celeste in rimonta, ottenuto grazie alle storiche reti di Schiaffino e Ghiggia.
Il capitano Varela alzò così la Coppa del Mondo in un clima surreale, in uno stadio ammutolito, simbolo di un Paese che ricorderà la clamorosa disfatta della propria nazionale come O Maracanaço (fu talmente forte lo shock che alcuni tra i più accaniti tifosi della Seleçao si tolsero addirittura la vita).
Mondiali Russia 2018: dopo il colpo grosso al Maracaná, una celeste altalenante
Da allora fino ai giorni nostri, l’Uruguay ha vissuto tanti momenti di alti e bassi, ma che non ne hanno comunque minato la straordinaria caratura a livello internazionale che questa squadra possiede: è infatti detentrice, in totale, di ben 15 edizioni di Copa America, che la rendono di fatto la più titolata nel continente sudamericano se si considera esclusivamente questa competizione.
Al giorno d’oggi, i tifosi uruguayani possono ugualmente contare su una squadra di tutto rispetto, largamente basata su una fase difensiva d’acciaio e su una coppia d’attacco tra le più forti nel mondo.
Davanti all’ex laziale Fernando Muslera infatti, vi sarà una coppia di centrali tutta madrilena sponda Simeone formata dai “colchoneri” José Gimenez e Diego Godín, che avranno il compito di dirigere un reparto arretrato storicamente molto affidabile (e che in passato annoverava altri difensori molto conosciuti, del calibro di Diego Lugano e Paolo Montero). A centrocampo moltissima serie A: prenderanno parte infatti alla spedizione in Russia l’interista Vecino, lo juventino Bentancur e la giovane rivelazione della Sampdoria Lucas Torreira. Non un centrocampo tra i primissimi al mondo, ma che garantisce comunque buona sostanza, grinta e tenacia, come da tradizione di casa.
Una coppia navigata e dall’altissimo potenziale offensivo
Il punto forte della Celeste sta però tutto in avanti, grazie al formidabile tandem composto da Cavani e Luis Suarez, due centravanti che non scopriamo di certo oggi. Occhio anche alla possibile sorpresa Cristian Stuani, attaccante rivelazione dell’ottima stagione di quest’anno del neopromosso Girona e pronto a subentrare a partita in corso.
I sudamericani dello storico CT Tabarez, inseriti nel gruppo A assieme a Russia, Egitto ed Arabia Saudita, dovrebbero avere ben pochi problemi a superare un turno decisamente alla loro portata. Non sono tra le primissime favorite alla vittoria finale, ma ci sentiamo comunque di inserirli quantomeno tra le potenziali prime otto del mondo.
Focus Mondiali 2018: l’Iran prova a sorprendere con la stella Azmoun
L’Uruguay si presenta ai Mondiali Russia 2018 con la garra dei colchoneros
E in un eventuale quarto di finale, chissà che un rinnovato spirito “colchonero” incarnato da Godín e Gimenez non possa portarli a gettare il cuore oltre l’ostacolo? Un loro trionfale percorso non appare un’ipotesi così improbabile.